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venerdì 1 febbraio 2008
Sul cineclub LABIRINTO
a cura di RNxPD
(14:31)
Riceviamo questo rimprovero/sollecitazione/consiglio, che volentieri pubblichiamo:

Desidererei interventi più visibili e di forte protesta contro la chiusura del cineclub Labirinto, un vero omicidio spirituale per tutta la città e in particolare per le nostre zone. Ma prevale il silenzio, l'inerzia, e spero non altre ragioni. Datevi da fare se volete veramente essere presenti nel territorio e non assenti.

Paolo Giuntella








COMMENTI:

Confesso che noi di interventi sul problema che sta a cuore a Paolo Giuntella non ne abbiamo proprio fatti. Io personalmente, e questo è certamente un mio limite, non riesco a scaldarmi su temi "locali".
Specie quando ho l'impressione che la casa mi stia crollando addosso per un terremoto al quale si aggiunge un devastante incendio.

Sono comunque consapevole che i problemi "locali" sono importanti, specie per chi ha l'ambizione di inserirsi nel territorio. Chiedo quindi all'amico Gustavo Credazzi, che certamente legge questo commento, di rispondere a Paolo Giuntella e di sollevare il problema anche in questa sede, oltre che nel giornalino di quartiere.

Ferdinando Longoni






Leggo l'appello di Paolo Giuntella sul "Labirinto".
Dal momento che Giuntella è persona seria, che si è sempre speso e continua a spendersi per cose serie, sarebbe il caso di chiedere spiegazioni, anche brevi, sui motivi della chiusura di questo luogo così importante del nostro Municipio.
Conosco il Labirinto, per averlo frequentato molte volte. Luogo di formazione e di autoformazione alla politica, oltre che teatro e cineclub. Nella crisi irreversibile di questi posti di educazione al bello e alla democrazia, posti che partono e interessano i "piani bassi", la notizia non è da sottovalutare. Vorrei saperne di più. Se Paolo Giuntella potesso spiegare gliene sarei grato. Ritengo che anche Gustavo Credazzi col suo "Comitato di quartiere" se ne potrebbe giovare.
Nei riguardi dell'importanza di questi luoghi di pubblici incontri, vorrei con l'occasione spendere una parola in più.
Sono socio fondatore e segretario dell'associazione culturale Polis Duemila. Da circa 13 anni questa associazione è presente nel nostro territorio, anche con un suo bollettino periodico, con seminari, cicli di incontri, convegni e dibattiti sui grandi temi del nostro tempo. La domanda di formazione che abbiamo intercettato in questi lunghi anni, e i lusinghieri riscontri di partecipazione, mi portano a pensare che spesso siamo portati a sottovalutare l'impegno e l'interesse civico che nonostante l'apatia e il riflusso nel privato, nonostante il disinteresse diffuso, sono invece presenti in determinate fasce di società civile.
La nostra associazione si chiama Polis non perchè è all'utopica ricerca della polis greca di Pericle. E della sua democrazia diretta che si esercitava nell'Agorà. Il che nelle società moderne è impossibile. Quanto perchè ha scommesso di recuperare un suo aspetto ancora valido per la democrazia dei nostri giorni. Che è quello delle relazioni fra persone, dell'incontro e dei rapporti faccia-a-faccia nei quartieri, del protagonismo culturale e politico di pezzi di società civile presenti nella "sfera pubblica locale" che abbiamo sempre distinto dal becero localismo da strapaese, di terra, sangue e lingua. E cioè da quel localismo pericoloso che esclude e non include.
La filosofia di fondo che ha sempre guidato e ancora guida la nostra associazione è la stessa del Labirinto: quella del dialogo, del confronto anche con chi non la pensa come noi, del dibattito su temi e problemi che non hanno mai riguardato la fontanella o il semaforo sotto casa nostra, ma le grandi sfide culturali della storia che viviamo. Proprio per questo rimango un convinto sostenitore di questa dimensione locale che diventa propedeutica alla dimensione globale. Diventa cioè l'occasione per farci staccare la spina dal telecomando e dalla tastiera del computer, e per farci incontrare persone in carne ed ossa e dire...ciao come stai, hai visto, hai saputo, che ne pensi, è stata un brutta relazione...ecc. Credo che i tantissimi "Comitati" di cittadini nati in questi lunghi anni di transizione politica servissero a questo. Per un umanesimo di cui la società della solitudine avverte un acuto bisogno, il percorso inverso, dal globale televisivo immaginario e virtuale, al particolare reale del nostro mondo quotidiano, alla nostra esperienza giornaliera e alle nostre attese, lo penso complicato se non impossibile.
Venendo a mancare il Labirinto, viene a mancare un pezzo di risorsa territoriale che aiuta questa autentica dimensione dello spazio pubblico locale. A me dispiace molto.


Cosa possiamo fare ?
NINO LABATE



E’ uno scandalo! Cosa si può fare?

Leonardo Campus



Mi sono interessata ai problemi del Labirinto prima ancora che si precipitasse nella chiusura forzata. Ho mandato gia' da tempo un breve articolo-lettera a Lungotevere.net che lo ha pubblicato, ma non ha trovato le informazioni concrete, che trovo invece sul Il Nasone di febbraio a pag. 5.Duole constatare che mentre il Papa rimprovera a Veltroni gli affitti troppo alti delle case di Roma , l'Ordine Religioso dei Redentoristi ha affidato ad una implacabile agenzia la " revisione " degli affitti in senso commerciale. Una mia amica che abitava un appartamento nella palazzina adiacente, sempre di proprieta' dell'Ordine ha dovuto fare bagaglio e trovare una soluzione di ripiego non potendo riversare quasi tutta la sua pensione sull' affitto. Ne ho parlato infine con Roberto Tavani che come assessore alla cultura del municipio XVII poteva essere informato ed informarci. Mi dice che bisognerebbe scrivere all' assessore del comune di Roma.
Arriviamo quindi ad un punto concreto. Con l' aiuto di Tavani, scrivere la lettera, raccogliere le firme .

Il blog ci puo' aiutare?

Laura Novelli Dall'Aglio



Cara Laura,

il blog è uno strumento di comunicazione. Se ci fai pervenire la lettera da sottoscrivere, possiamo contribuire alla necessaria raccolta di firme.

Nando