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giovedì 10 aprile 2008
Scambio Arcobaleno-Flores d'Arcais
a cura di Nando
(21:07)
Avevamo riportato le conclusioni di Paolo Flores d'Arcais circa la necessità di votare Veltroni per (cercare di) bloccare Berlusconi. Necessità manifestata nel suo editoriale di MicroMega 2/2008:

Al voto, al voto! Istruzioni per l’uso

Non si è fatta attendere la replica de L'Arcobaleno, dalla penna di Russo Spena, riportata nel sito di MicroMega assieme alla contro-replica di Flores d'Arcais che riportiamo qui integralmente (ho provveduto io a evidenziare in grassetto alcune parti):
Caro Russo Spena,
l’invito a discutere sul terreno della razionalità è per me un invito a nozze.Tu dici che il mio ragionamento è irrazionale. Penso che non ti sarai limitato all’intervista su Liberazione, ma avrai letto l’editoriale su MicroMega (ora anche in www.micromega.net). Ho provato a svolgerlo come un vero e proprio sillogismo.
Ma tu, che pure mi accusi di irrazionalità, cominci proprio spacciando come dato di fatto una semplice profezia. Scrivi infatti di “certezza della vittoria elettorale del Pdl, almeno alla Camera”. Se questa “certezza” ci fosse davvero io non avrei mai scritto quell’editoriale, e dovremmo piuttosto tutti occuparci solo di come organizzare la resistenza (pacifica) all’inevitabile strapotere di Berlusconi (che alla fine del quinquennio di governo si farà eleggere capo dello Stato di una repubblica presidenzialista). Ma la “certezza” non c’è (per fortuna). Tutti i sondaggi confermano che la quota di elettori incerti oscilla tra un quarto e un terzo degli aventi diritto al voto. Diciamo il 30%. E che questi cittadini decideranno negli ultimi due-tre giorni. E che questa volta gli incerti sono in misura prevalente fra quanti potrebbero votare centro-sinistra. Diciamo un 18% rispetto ad un 12%.Ora, poiché la matematica è quanto di meno irrazionale ci sia, un paio di conti li possiamo fare insieme. Veltroni risulta sconfitto da Berlusconi ancora per 5-7 punti in percentuale. Diciamo il 6%. Che è esattamente un terzo di quel 18% di incerti potenzialmente di centro-sinistra. I margini per un rovesciamento delle previsioni ci sono eccome, dunque.
L’altra premessa del mio sillogismo è che Berlusconi costituisce un pericolo incombente per la democrazia, Veltroni no. Con Veltroni avremo un governo deludente, magari molto deludente rispetto alla politica che auspichiamo, ma non certo un pericolo per le istituzioni democratiche.
Tutto il resto del tuo ragionamento, che dovrebbe dimostrare la irrazionalità del mio, è però dedicato a criticare Veltroni, invece che a parlare di Berlusconi. Ora, le critiche politiche che tu vuoi rivolgere a Veltroni te le sottoscrivo in anticipo tutte, e ne aggiungo altrettante di mie a cui tu magari non hai neppure pensato.
Detto questo, puoi davvero sostenere ragionevolmente che, sotto il profilo del rischio per la democrazia, fra i due non ci sia un abisso?
Berlusconi detesta la Resistenza e l’antifascismo, non ha nemmeno voluto mai festeggiare il 25 aprile. Il fondamento antifascista della Costituzione verrà calpestato e fatto a brandelli dalla sua maggioranza (nella quale ci sono Fini, Ciarrapico, Mussolini, ecc.). Se va bene, fascismo e antifascimo saranno messi sullo stesso piano, come “divisioni” del passato, da superare e dimenticare, in un mare di trasmissioni televisive. La cosa ti lascia indifferente? E non dirmi che con Veltroni rischiamo qualcosa di simile!
Berlusconi distruggerà quel poco di autonomia della magistratura che ancora rimane. I Procuratori saranno sottoposti al potere esecutivo, e nelle Procure si ritornerà ad una stretta organizzazione gerarchica. Controllare pochi Procuratori capo significherà avere una giustizia totalmente addomesticata. Con l’alleanza Veltroni-Di Pietro abbiamo la certezza che almeno questo scempio non avverrà, e forse la speranza perfino di una inversione di rotta (se il peso di Di Pietro crescerà). E tu pensi che una giustizia autonoma o una giustizia infeudata a Berlusconi e Previti siano, per un cittadino “senza santi in paradiso”, la stessa cosa? Per un lavoratore senza garanzie nei cantieri? Per la difesa dell’ambiente? Per chi sta ribellandosi a pagare il pizzo? Per un giovane torturato a Genova? Se davvero lo pensi, hai scarsa immaginazione di quello che potrà essere l’amministrazione della “giustizia” in dodici anni di strapotere di Berlusconi e dei suo amici.
E credi che i margini di libera informazione resteranno gli stessi, con e dopo dodici anni di Berlusconi dominus delle stanze dei bottoni? Sei arrivato a questo punto di ingenuità? E mi fermo qui, ma potrei continuare a lungo.
Insomma, la differenza – spaventosa – è tra un governo “non di sinistra” e un regime che oscura la democrazia. Cosa di più deludente, da un punto di vista di sinistra, del governo Blair? Ma ti sembra che tra quel governo e un governo Putin la differenza sostanziale e strutturale sia di poco conto? Questa, riportata in Italia, è la scelta di cui porteremo la responsabilità. Se per te un Putin vale un Blair, non posso fare nulla per convincerti. Del resto, Benedetto Croce e Giovanni Giolitti (e anche fior di dirigenti del neonato partito comunista), certo non più irrazionali di te, pensavano che Mussolini non fosse un pericolo, e che sarebbe stato una breve meteora. Le stesse cose non si ripetono mai due volte nella storia, ma non è detto che la seconda sia farsa, come credeva il vecchio Marx. In realtà, se avessimo un sistema elettorale a due turni, e tu, dopo aver votato al primo Bertinotti, ti trovassi a dover scegliere tra Berlusconi e Veltroni, voteresti quest’ultimo o resteresti a casa? Sono certo che andresti a votare contro Berlusconi, e dunque necessariamente per Veltroni (con tutte le critiche, ecc.). Ora, il sistema elettorale “porcata”, con cui voteremo, è congegnato esattamente come un sistema a due turni di cui però si svolge solo il secondo: solo le due forze maggiori, infatti, possono prendere il premio di maggioranza, e se non lo prende l’una lo prende necessariamente l’altra. Ecco perché chi non vota la coalizione Veltroni-Di Pietro contribuisce matematicamente al premio di maggioranza per Berlusconi. Può farlo “da sinistra”, o “alla Beppe Grillo”, oppure qualunquisticamente, oppure può sostenere Berlusconi per odio alla Resistenza, tutte motivazioni (tra loro incompatibili) che però si tradurranno in un identico risultato politico. Ecco perché ho parlato di “salvarsi l’anima”. Stringendo: cosa pensi che sia meglio, per i lavoratori e i democratici del prossimo futuro, anni di strapotere berlusconiano con dieci deputati in più dell’arcobaleno, o dieci deputati in meno e un governo certamente non di sinistra, certamente deludente, ma altrettanto certamente estraneo al progetto di affossare in Italia quel che resta delle istituzioni democratiche?
E dell’esito tra queste due alternative saremmo responsabili individualmente, tu, io e chiunque ci legga.
Un caro saluto
Paolo Flores d’Arcais
(3 aprile 2008)

Esattamente quello che cerco di dire agli amici della sinistra da due mesi a questa parte. Fortunatamente qualcosa si muove in questo senso. Un amico ieri mi ha confessato che per la Camera voterà Veltroni. Mi sarei accontentato che avesse votato Di Pietro. Mi ha dato un barlume di speranza.
Vi invito tutti a utilizzare queste ultime ore per cercare di convincere gli indecisi e qualche "irriducibile".


Ferdinando Longoni