Voci indipendenti di liberi cittadini nella costruzione e nella vita del partito nuovo
venerdì 16 maggio 2008
Dal caso Travaglio all'Assemblea di An
a cura di RNxPD
(18:26)

La schiacciante vittoria elettorale ha suggerito di sostituire l'arroganza e l'aggressività con il buonismo e permesso di cambiare l'abito, certo non metodi ed obiettivi: questa destra resta inaffidable sul piano dell'occupazione del potere (caso "tesoretto", e potere di licenziamento, ad es.) e dei valori. Stupisce che nessun giornalista riferendo dei vari interventi sul caso Travaglio fino alla querela di Schifani abbia ricordato al "pubblico-RAI" le poche e semplici parole di Travaglio. Il "pubblico-RAI" ignora il merito, come al solito. Ricordare il merito significava reiterare l'offesa ? Le cariche istituzionali sembrano intoccabili per definizione. Sarebbe stato più corretto far scattare immediatamente la querela.

Ma non basta. In questo periodo conclusosi con l'affidamento di An alla guida di La Russa non sono state pesate bene le parole di Fini all'Assemblea An dell'11.05. Per Fini la sua elezione a presidente della Camera è « l'ultimo atto di una intuizione politico-culturale che é stata alla base della svolta di Fiuggi ». Si è congratulato con tutti i « militanti » e ha ricordato « i tanti momenti che hanno segnato la nostra vita », cioé quella dell'MSI. Servello ha considerato come « tutto cio' accada per un gioco del destino nel ventennale della scomparsa di Giorgio Almirante ». Peccato che ovunque in Europa l'MSI resta targato come partito neo-fascista fondato da Giorgio Almirante, padre spirituale di Fini. Sorvoliamo su affermazioni come « il fascismo 'male assoluto' » e « le leggi razziali infami del 1938 », fatte nientemeno che .... nel 2003 in Israele in un'intervista, cioé in modo informale e distante, e dopo 60 anni !!

Sono molto più significativi tre fatti : i quadri di An sono quelli dell'MSI, nessuno ha rinunciato alla propria identità storica (verificare anche sul sito di Alemanno), la "destra fascista" di Fini è stata targata come "destra liberale", grazie ad una « intuizione politico-culturale », d'autorità.

Berlusconi ha traghettato i quadri del partito, tutti, promettendo posti di potere. E gli elettori hanno seguito ("credere, obbedire, combattere" si diceva). Tutt'altro il caso della fiamma francese. Qui sono stati « traghettati » gli elettori di Le Pen in grande maggioranza, che Sarkozy ha catturato con un progetto politico che ha isolato Le Pen e i quadri del neofascismo francese con i suoi simboli e valori. Questi elettori fanno ora parte della destra liberale francese.

Infine, Fini si è congratulato con Napolitano perché ha dato « dignità a tutte le vittime del terrorismo, senza alcuna distinzione rispetto alla loro provenienza da destra o da sinistra », e questo per Fini sarebbe « la dimostrazione di una semplice verità : si onorano i nostri morti, la nostra politica diventa centrale, abbiamo davvero vinto ». Sarebbe utile che Fini dicesse perché onorare i loro « morti per terrorismo » fa diventare centrale la loro politica e li rende vincenti (« non più figli di un dio minore » ?). Sorge piuttosto il sospetto che Fini ritenga siano state legittimate le sue scelte, la sua storia, la cultura del fascismo in cui continua a credere, fino a riconoscere come « eroi che hanno sbagliato » quelli della Repubblica di Salo'. Ma tutto sommato non è ancora l'aspetto più importante. Lo è invece il fatto che oggi la "destra liberale" italiana è per forza di cose portatrice dei valori della "destra fascista", dai quali questa non si è mai dissociata in un'aula parlamentare italiana sottoscrivendo il valore fondante dell'antifascismo, ma che anzi rivendica e di cui dichiara la « vittoria ». Bisogna solo sperare che il Paese sappia recuperare e imporre l'identità della nostra destra liberale che insieme a cattolici e a comunisti ha fatto la Resistenza, e con le sue diverse facce ha partecipato ai governi e alle istituzioni della Repubblica, a partire da Einaudi.

Cosimo (da Bruxelles)