Trovare l'identità ...
... andando tra i cittadini
All'interno dei gruppi di pensiero (vietato chiamarli correnti), dei comitati e associazioni di cittadini, dei circoli del PD è iniziata un'analisi dei drammatici risultati elettorali. L'impressione che ne sto ricavando è che mentre a tutti è chiara la dimensione della sconfitta a molti ancora sfuggono le profonde ragioni di questo risultato. Specie per la
débâcle romana, si crede di individuare nella scelta sbagliata di candidati, a tutti i livelli, comincando da Rutelli per finire tra alcune scelte per i municipi, la ragione principale della sconfitta. Forse in parte è vero, però potrebbe essere una ragione plausibile se la sconfitta fosse stata circoscritta (e solo a Roma). Così non è stato. La sconfitta prima che amministrativa è stata politica e diffusa su tutto il territorio nazionale, fatte salve, per nostra fortuna, almeno alcune regioni. Poche.
Una sconfitta culturale.
Sconfitta grave non solo perché la destra ha vinto alla grande, ma anche, e forse soprattutto, perché le dimensioni dell'esito ci hanno colto di sorpresa. Grave non aver capito dove andava l'elettorato. A riprova del gravissimo fatto che abbiamo perso il contatto con la realtà della società italiana. Già il risultato del 2006 avrebbe dovuto metterci in allarme e consigliarci comportamenti più prudenti nelle istituzioni (Governo e Parlamento) e molto più aggressivi (in senso buono) nella società. Evitare lo spettacolo delle risse e cominciare a trasmettere la nostra identità tra i cittadini.
Già, l'identità. Quale identità?
Diciamoci le cose con franchezza. Non solo non esisteva un'dentità de L'UNIONE, ma nemmeno del PD (e prima de L'ULIVO - quello dei partiti). E non solo durante i due anni scarsi, ma anche nella corsa elettorale finale. Identità di cui il
Manifesto dei Valori dovrebbe essere il distillato. Documento francamente prolisso e, tutto sommato, deludente. Undici pagine fitte fitte che non riescono a scaldare nemmeno il cuore dei fondatori, figuriamoci dei cittadini non impegnati. L'equivalente
documento del PS francese era racchiuso in soli 7 articoli scritti in una pagina, prima della
cura Ségolène che lo ha portato a ben cinque pagine (scritte larghe), però con uno stile molto più conciso del nostro. Ma non ne faccio solo una questione di quantità, ma anche di qualità. Le due cose sono però connesse, basta pensare alle tavole con cui Mosè scese dal Sinai e che con soli dieci comandamenti è andato avanti per oltre 3000 anni. Comprensibili e compresi anche dai bambini.
Dobbiamo capire se vogliamo essere un partito popolare o un partito elitario. E ascoltare, parlare e agire di conseguenza.
La neo deputata Ileana Argentin, all'assemblea del Circolo PD di Monte Mario, ha messo benissimo a fuoco il problema, affermando che l'attività dei circoli non deve avvenire all'interno dei circoli stessi, ma fuori, tra i cittadini.
Dobbiamo smetterla di parlarci sempre e solo tra di noi (spesso parlandoci addosso), dicendoci e ripetendoci sempre le stesse cose tra le stesse persone. Lo affermo per i nostri comitati, con scarso seguito, da tempo. L'attività introversa è destinata a esaurirsi, magari lentamente, ma a esaurirsi. Non possiamo pretendere di portare (con la forza?) le persone nei circoli e nei comitati, Dobbiamo andare tra le persone. Non a portare il
verbo. Ad ascoltare. E a discutere. Per capire noi, prima di far capire agli altri. Solo così avremo un'identità da trasmettere.
Ferdinando Longoni
L'articolo di Longoni mi ha fatto particolarmente piacere, perchè non risente di quel solito pianto politichese, che eccheggia nei circoli, ma mette a nudo la situazione drammatica in cui il PD e si dibatte.
Anch'io all'inizio e in modo molto superficiale ritenevo di cavarmela con l'errore nella scelta dei candidati.
Sappiamo che non è se non in minima parte per qualche occasiine.
Parlare davvero con le persone,sentire le ragioni della scekta a destra ci fa capire quanto siamo lontano dalla realtà del sentire comune.
In città come MODENA, la terza città d'Italia per reddito pro capite, con una tradizione di sinistra che sembrava incrollabile la LEGA ha preso il 6% e il PD CIRCA IL 45% ma con mugugni, e molta paura per le prossime elezioni amministrative.
Per non parlare di Parma, Bologna e persino REGGIO Emilia.
Continuiamo a chiacchierare mentre la nostra gente attribuisce la colpa del degrado e della violenza solo agli immigrati.
Usciamo dai circoili, dice Longoni, benissimo, ma bisogna trovare una strategia, una modalità e soprattutto SAPERE CHI SIAMO E CHE COSA PROPONIAMO.Mirella