Voci indipendenti di liberi cittadini nella costruzione e nella vita del partito nuovo
martedì 6 maggio 2008
Verona e Torino
a cura di RNxPD
(13:52)
  1. l’aggressione a Verona con omicidio preterintenzionale o volontario, confessato
    « 05/05/2008 18:24 - Dall'Italia televideo rai1 " 20enne ultrà neofascista che ieri si è consegnato agli investigatori ha ammesso di aver colpito il giovane. Ha precedenti per agguati razzisti" … »
  2. le contestazioni della sinistra radicale contro Israele e scontri alla Fiera del Libro di Torino, con bandiere israeliane bruciate.
  3. le dichiarazioni di Fini : « 05/05/2008 22:00 - Politica Televideo rai1:"Gli scontri anti-israeliani di Torino e gli attacchi di naziskin a Verona non sono paragonabili. …. quello che accade a Torino è più grave. La sinistra radicale dà vita ad una violenza che giustifica con una politica antisionista. Non si può nascondere l'astio per gli ebrei dietro l'antisionismo" »
    « Roma, 20:09 - 24 ore AGI - FINI: MIE PAROLE SU TORINO E VERONA?:"Sono polemiche inventate…. ho solo detto che i due fenomeni, quello di Verona e quello della fiera del Libro di Torino non sono paragonabili tra di loro" »

Sorvolo su un Presidente della Camera che inciampa in una gaffe diciamo logica come quella in grassetto e sottolineata qui sopra. Mentre per Ferrero sono « parole … indegne di chi occupa un ruolo istituzionale di quel peso » (Presidente della Camera, terza carica del Paese), per Rosy Bindi « E' veramente pericoloso stabilire delle gerarchie gravi fra il bruciare le bandiere di un Paese e sopprimere una vita ». E’ il meno che si possa condividere.
Bruno Vespa a « Porta a Porta » di stasera 5 maggio confronta l’« estremismo di sinistra … a Torino » con le foto dei tre benestanti capelluti veronesi non tatuati (ma accanto c’è un vero cranio rasato con tatuaggio « naziskin »), senza nessun riferimento all’estremismo di destra. Il messaggio che si vorrebbe far passare è che mentre la violenza di bruciare le bandiere è violenza di sinistra data l’identità di chi la esercita, essere « razzisti » e commettere « omicidio » è solo violenza, senza colore politico di sinistra o di destra. Si vorrebbe farci dimenticare che la Storia del nostro Paese (e non di un paese dominato da una dittatura comunista) ha conosciuto una precisa tipologia ideologica associata a picchiatori che menavano botte da orbi agli avversari politici in minoranza numerica durante il ventennio fascista (delitto Matteotti, tanto per non dimenticare). E poi per mano dei picchiatori missini della allora estrema destra italiana sui quali Almirante chiudeva un occhio e magari due. Con buona pace di Fini, che si perde nei distinguo tra naziskin, nazisti, nazifascisti, fascisti. Sembra pero’che l’uso della parola « fascista » sia vietato in Italia, perché spaccherebbe il Paese. Questo pudore manca in Europa. I nostri nipoti penseranno che tra il 1922 e il 1943 siamo stati governati in modo ideale, e ancor più dal settembre 1943 all’aprile 1945, quando contemporaneamente abbiamo vissuto il nazismo e il fascismo dei repubblichini di Salo’. E magari che « Il partigiano Johnny » di Fenoglio è un’avventura di fantascienza (ammesso che non sia stato bruciato prima) ! Per loro fortuna vivranno in un’Europa impegnata a difendere i propri figli contro il ritorno del fascismo e del nazismo, un’Europa che darebbe subito un preciso riferimento storico ad atti come quello dell’omicidio di Verona. Perché se un Paese perde la propria Storia perde innanzitutto la propria Identità (e l’Italia conosce pressioni che tendono a revisionare perfino il Risorgimento…).
Queste considerazioni sono molto più attuali di quanto si crede, se si considera che « replicando a D'Alema che lo aveva criticato per non aver citato l'antifascismo nel suo discorso alla Camera, Fini sottolinea: "Credo che il valore sia la libertà. L'antifascismo aveva senso quando c'era il Fascismo". » Messaggio oscuro : ora che il Fascismo « non c’è più » (con beneficio di inventario) dobbiamo dimenticare l’« antifascismo » ? A quale libertà come valore si riferisce Fini ? oggi non si è più liberi di essere antifascisti ? E’ stata decretata la scomparsa del fascismo dalla Storia ?
E veniamo all’antisionismo. Stabilito che la violenza contro le bandiere è inaccettabile « a prescindere », sembra di capire che per Fini con questa violenza si chiede una politica antisionista. Sarebbe utile sapere cosa intende Fini per « politica antisionista ». Se per Fini chiunque contesti le azioni, le scelte politiche, dello Stato di Israele è antisionista, perché cosi’ facendo ne contesta anche l’esistenza stessa, allora Fini vive ancora un complesso di colpa tutto suo nei confronti degli ebrei. Le istituzioni invece partecipano al lutto della comunità internazionale, che tutta si sente responsabile dei campi di sterminio nazisti, e sa fare la differenza tra il diritto di contestare le azioni e le scelte politiche dello Stato di Israele (ovviamente non esercitando violenze) e il dovere di sostenerne politicamente l’esistenza, e garantirla, e in questo consiste il non essere antisionista.
Infine, Fini dovrebbe guardare a chi « brucia » le bandiere nel proprio campo, e si tratta del tricolore nazionale. Anche questi hanno nome, cognome e obiettivi.

Cosimo (da Bruxelles)