Anniversario della Repubblica ...
... vigilando sulla Costituzione
Un
2 Giugno uggioso quest'anno. Almeno qui a Roma.
Avremmo voluto festeggiare il 62° della Repubblica, nell'anno in cui la Costituzione Italiana compie 60 anni, in un clima diverso. E non solo meteorologicamente parlando.
Forse il tempo ci vuole ricordare di essere vigili. Che
occorre essere vigili.E non solo per le azioni che potrebbero venire dall'altra parte, ma anche per un diffuso e superficiale lassismo
bipartisan.In un clima (politico) in cui il neo ministro della difesa si crede il Ministro della Guerra (preventiva?) e propone una sorta di scoutismo militarizzato, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, che le abluzioni di Fiuggi ben poco hanno potuto sulle incrostazioni degli ex militanti del MSI, e in cui bande assaltano campi rom e ronde di cittadini (anche di sinistra?!) si fanno giustizia da soli sfasciando negozi, in cui si introduce il reato di immigrazione clandestina, e l'elenco potrebbe continuare, c'è ancora qualcuno che si illude (o fa finta) che sia possibile una qualche forma di dialogo costruttivo sulle riforme (come se l'esperienza della bicamerale non avesse insegnato nulla)?
Questo per quanto riguarda la credibilità degli interlocutori.
Veniamo ora ai contenuti.
Riforme. Ma cosa si intende per riforme? Se non si qualificano, le riforme significano tutto e niente. Anche la peggiore delle restaurazioni è una riforma.
Parliamo di riforme costituzionali e istituzionali? Bene. Allora si fissino chiaramente degli obiettivi prima ancora di mettersi seduti a discutere: la peggior cosa che si possa fare è perdere tempo a discutere sulle soluzioni, per scoprire solo dopo che si partiva da premesse inconciliabili. O, peggio ancora, generare un pasticcio pur che sia, cercando di mettere insieme il diavolo e l'acqua santa. Perché se il disaccordo è profondo, meglio capirlo subito e non perdere tempo. Meglio che maggioranza e governo utilizzino il tempo per governare con gli strumenti disponibili e l'opposizione faccia opposizione. Lo si è fatto per decenni anche in situazioni estremamente difficili. D'altra parte, la maggioranza è numericamente forte e quindi, se ne è capace, che governi. Alla lunga, questa delle riforme sembra più un pretesto della classe politica, tutta, per mascherare la propria incapacità e inadeguatezza a risolvere i problemi. Film già visto nel piccolo della vita delle imprese ormai da molti anni, con costose, e spesso disastrose, ristrutturazioni ogni sei mesi e i fatturati in rovinosa picchiata.
Indubbiamente emendamenti alla nostra Costituzione dovranno essere apportati, per adeguarla ai mutamenti intervenuti in questi 60 anni. Non sono per una conservazione a qualsiasi costo di tutta la carta. In definitiva, costituzioni e leggi sono fatte per le persone, e non viceversa. Nel rispetto di numerosi paletti (tra cui la prima parte della Costituzione), propedeutico a qualsiasi accordo, è lecito discutere su tutto con la massima apertura e senza alcuna pregiudiziale ideologica.
Però, intanto
discutiamone prima tra di noi e giungiamo a un progetto di riforma condiviso all'interno del PD. Grave errore sarebbe discuterne con le altre parti senza avere la forza che solo una sintesi interna condivisa ci può dare.
Ecco perché occorre vigilare. Verso l'esterno e all'interno.
Ferdinando Longoni
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COMMENTI
Mi piace l'articolo di Longoni! Riscatta un po' la mollezza ufficiale del PD.
Mi aspettavo anche che discutesse il 2 giugno militarizzato.
Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza!
Enrico Peyretti, Torino