Voci indipendenti di liberi cittadini nella costruzione e nella vita del partito nuovo
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lunedì 30 giugno 2008
APPELLO DEI “NON ALLINEATI” DEL PD DI ROMA E DEL LAZIO
a cura di RNxPD
(17:43)
Riceviamo dal Coordinamento del Lazio dei Cittadini per L'ULIVO il seguente documento elaborato con altre associazioni.

Le elezioni mostrano come a Roma e nel Lazio sia ormai indifferibile un profondo rinnovamento delle scelte politiche e amministrative del PD nella regione e nella capitale.
Il modello Roma è ormai alle nostre spalle e, responsabilità dei gruppi dirigenti romani, ma non solo, è stato quello di ostinarsi a non vedere quanto era invece visibile da tempo a chi nel territorio vive e condivide con i cittadini disagi e malesseri.
Occorre una forte discontinuità nelle scelte programmatiche, che per essere credibile deve passare anche attraverso personalità che non hanno avuto responsabilità nel passato, più o meno recente.
Positiva è la decisione della Direzione romana di accogliere l’indicazione pervenuta da molti Circoli romani di una vasta consultazione (primarie) per la prossima nomina del coordinatore del partito cittadino. Incomprensibili invece le resistenze che a livello regionale si manifestano nell’individuare modalità aperte ad una scelta di metodi e personalità che diano un chiaro segnale di discontinuità con il passato.
La sensazione è quella che una buona parte del gruppo dirigente romano e regionale non voglia prendere atto delle motivazioni “non congiunturali” della sconfitta e trarne le conseguenze politiche – anche personali - . Se non si avvia da subito un profondo mutamento di programmi, comportamenti organizzativi e personale politico le prossime elezioni europee e regionali potrebbero riservare altri dispiaceri.
Serve, perciò, una parola chiara sulle forme della partecipazione con cui si vuole costruire il Partito democratico. E’ impossibile gestire ogni passaggio politico e organizzativo con “tavoli centrali” cui sono invitati dirigenti e funzionari che si riferiscono alle nomenclature politiche dei partiti di provenienza, la cui rappresentatività non è stata misurata – né ieri, né oggi – con scelte democratiche. Il percorso per delineare il profilo organizzativo e programmatico richiede un processo dinamico aperto alle migliaia di soci fondatori che a Roma e nel Lazio hanno dato vita al PD e che intendono partecipare direttamente alle diverse fasi decisionali (programmatiche e di assetto dei gruppi dirigenti). La Costituente sul programma diventa occasione ineludibile dell’identità e dell’affermazione del Partito democratico e le primarie sono il passaggio democratico per la selezione della nuova classe dirigente.

La forma del partito nuovo sarà il risultato di quanto i partiti costituenti sapranno tenere le porte aperte, fuori dalle alchimie degli apparati che sono alla base del sentimento di estraneità sempre più diffuso fra chi si è avvicinato al PD con la speranza di’incontare un partito nuovo, aperto, democratico.