A proposito della manifestazione di ieri a Piazza Navona una cosa mi è piaciuta e un'altra molto meno.
Mi è piaciuta l'affluenza. La piazza era gremita nonostante il caldo soffocante. Il che è un buon segno, anche se questo non deve portarci a conclusioni poco scientifiche. Anche una manifestazione di 1 milione di persone è poco significativa a fronte di un elettorato di 44 milioni per il semplice motivo che non si tratta di un campione scelto casualmente, ma è invece un sottoinsieme di elementi con caratteristiche molto comuni. Figuriamoci poi se a manifestare sono
solo poche decine di migliaia. Comunque c'è ancora gente che si indigna, in questo Paese, è ciò mi conforta. Non sono solo.
Non mi è piaciuta la conduzione. O meglio, non mi sono piaciuti alcuni interventi. Il che riconduce comunque alle scelte organizzative. Buono l'intervento telefonico di Rita Borsellino da Palermo. Buono anche il presentatore e accettabili gli interventi di Paolo Flores d'Arcais e Di Antonio Di Pietro, certamente molto critici, ma a buon diritto. Disastroso il resto.
Premetto che a me la satira piace moltissimo. In tutte le salse. Però nei luoghi opportuni. E possibilmente sempre con buon gusto. La satira, però, non la gratuita invettiva. Negli spettacoli televisivi, nei cabaret, nelle vignette dei giornali, al cinema. In piccole dosi, tanto per sdrammatizzare un po', perfino nelle manifestazioni politiche. Però non possono rappresentare il nucleo principale della manifestazione. Non possono, cioè, far degenerare una manifestazione politica in uno spettacolo. Non per bigottismo, ma perché si rischia, anzi si ha la certezza, di perdere di vista il vero motivo della protesta e di dirottarla sugli obiettivi sbagliati. La manifestazione era contro Berlusconi o contro Napolitano, la Carfagna, Ratzinger e Veltroni (il classico
di tutt'erba un fascio)?
Si può criticare, e qualcuno lo ha fatto civilmente, il Vaticano per le sue scoperte simpatie per Berlusconi, ma urlare improperi, come solo Grillo sa fare, verso Ratzinger non serve, anzi può risultare dannoso per la causa. Così come stigmatizzare le scelte dei componenti del governo non comporta necessariamente la necessità di paragonare una ministra a Monica Lewinsky. Non parliamo poi degli irresponsabili attacchi al Presidente Napolitano.
Purtroppo ormai ci siamo abituati, ci hanno abituato, a considerare tutto spettacolo di varietà. Spettacolo il telegiornale, spettacolo nello spettacolo gli eventi sportivi, spettacolo le manifestazioni del 1° maggio, spettacolo i funerali (infatti si applaude, mai visto prima), spettacolo anche la politica ridotta a chiassosi
talk show televisivi (ah i bei tempi di
Tribuna Politica!) o a bovine
convention.
Detto questo, rispondo a chi mi invita a un ripensamento rispetto alle posizioni da me assunte sull'opportunità di partecipare alla manifestazione affermando che rimango della stessa opinione. Sia sull'opportunità di partecipare come singoli cittadini, sia sull'opportunità di farlo anche come partito. Proprio per evitare, con il peso politico della propria presenza, il verificarsi degli episodi che condanniamo. E per dare un'immagine di opposizione unita.
Adesso i politici, quelli che non hanno voluto partecipare, gridano nuovamente
all'antipolitica, all'antipolitica! Dimenticandosi che i partiti sono tra i primi responsabili del degrado della politica.Un solo attore ha il diritto di lamentarsi: il cittadino. I politici farebbero bene a fare un doveroso esame di coscienza. E anche chi usa impropriamente i comici per fare politica.
Ferdinando Longoni
Sono pienamente d'accordo -parola per parola- con quanto scrivi tu e quanto dice Bachelet, con il quale non ci siamo incontrati, pur avendo lo stesso atteggiamento, ossia quello di uscire dalla piazza quando ha cominciato a parlare l'arrabiatissimo Grillo. Per fortuna non abbiamo sentito le volgarità della Guzzanti: eravamo lì come cittadini vitttime di ingiustizia, non come spettatori di uno spettacolo satirico...ma non si può chiamare neppure satira l'insulto e l'ingiuria.
Non si rendono conto questi guitti che hanno depredato il legittimo desiderio dei cittadini di manifestare il proprio dissenso dalla volontà prevaricatrice della maggioranza governativa? Sono disilluso e amareggiato perchè al cittadino che protesta civilmente è stata rubata la scena, ma non debellato. Dobbiamo continuare e ancora con maggior forza, ma con più razionalità ad opporci all'ingiustizia. Per ora siamo rimandati a settembre...o meglio ad ottobre.
Arrivederci
Fabrizio Truini
Cari amici,
ieri ero a piazza Navona. E oggi posso tranquillamente confermare che, letti e ascoltati i commenti - più o meno autorevoli, sinceri o interessati – sugli interventi di Grillo e di Sabina Guzzanti, ci tornerei.
In quella piazza c’era tutta la vera e sentita opposizione a questo governo, alla maggioranza, a un modo deteriore di sentire e vedere l’Italia. C’erano gli italiani che credono nelle leggi uguali per tutti, nei più elementari diritti civili - a partire da quelli delle minoranze – c’erano quelli che credono ancora che giustizia e informazione siano un affare di tutti e non di pochi. C’erano studenti e operai, professori e professionisti, casalinghe, pensionati, impiegati, intellettuali. Ognuno con la propria cultura e il proprio bagaglio di esperienze.
Gli interventi hanno parlato a tutti, a tutti è arrivato il messaggio comune della necessità inderogabile, consapevole, emergenziale, della difesa della Costituzione e della democrazia e a ognuno si è parlato col linguaggio che poteva essergli più immediato. E’ per questo che, se sono stati ravvisati aspetti negativi e criticabili in certi passi dei due sopracitati, io posso serenamente e pacatamente testimoniare che c’era però un invisibile quanto solido filo rosso che li collegava tutti. Volgarità? Può darsi. Era volgare, a quei tempi e in questa stessa città, anche il fescennino di Plauto. Però ridendo ‘castigava i costumi’. Comunque una volgarità non maggiore di chi in alti consessi internazionali è noto solo per raccontare barzellette spinte. E’ una questione di proporzioni.
E se c’era invece un filo nero costituito da certe intemperanze, secondo quelli che antepongono il bello stile alla sostanza delle cose, rispondo che questo filo nero è originato da un costume sociale degradato da vent’anni di imbarbarimento culturale coltivato, vitaminizzato ed enfatizzato da una cultura di destra solidamente fondata sulla popperiana cattiva televisione.
Quella piazza è stata un mosaico di invocazioni e proteste, dove ognuno ha detto la sua e ognuno ha distillato, da tutte quelle parole, il senso drammatico del momento che stiamo vivendo: spiace, sinceramente, ma non stupisce, che ancora una volta stimati commentatori si siano lasciati attrarre dal dito invece che dalla luna.
Cordiali saluti.
Piero Filotico
Ho letto l’articolo di Bachelet e l’attacco concentrico, quasi unitario di quasi tutta la stampa, contro la manifestazione di Piazza Navona.
Poi mi vengono in mente alcuni FATTI passati e presenti, ed alcuni futuri (certi) che sono le attività del “potere” e penso di essere diventato matto o di sognare.
Il “potere” riduce (già fatto) i diritti civili, stabilisce che i cittadini NON sono più eguali davanti alla legge (lodo Schifani/Alfano), attua nei fatti leggi razziali, senza peraltro averle votate (Maroni/bambini ROM), inneggia alla mafia (lo stalliere mafioso -“eroe”Mangano), si appresta a ridurre il carcere duro per i mafiosi (legge 41 bis, proposta Alfano/Berlusconi), perpetua lo strapotere di settori “liberalizzati” (energia, telecomunicazioni, ad esempio), impedisce alla Giustizia di funzionare negando leggi, strutture e finanziamenti da almeno 50 anni e potrei continuare per pagine. Il potere della Chiesa interferisce nel teatro della politica con pressioni, politica attiva sul voto, influenza diretta sui cittadini votanti, divieto di discutere leggi contrari al dogma ed agli interessi della Curia e così via.
Di fronte a FATTI gravissimi che costituiscono i passi concreti della espropriazione dei diritti civili e di libertà dei cittadini…..si critica chi denuncia a voce alta questi stessi fatti.
Diventa grave denunciare la violenza, la disuguaglianza per legge, il calpestare la Costituzione, l’appoggio concreto alle mafie.
Sogno.
Ipocrisia ? Pusillanimità ? E chi lo fa appartiene anche all’opposizione !
Ma devo cercare di capire ed allora mi viene in mente una parola: “disconnessione”.
La politica si è disconnessa dalla realtà; non accetta più i cittadini ma li ignora in quanto, disconnettendosi, il problema (questi cittadini presuntuosi che addirittura irridono il potere, lo insultano) scompare.
Non vedo che una alternativa. I cittadini si riprendono il potere che hanno delegato.
Come farlo può essere un’altra puntata !
Ciao.
Renzo Provedel (GE)