Da molte parti mi arrivano e-mail che invitano a partecipare alla manifestazione dell'8 luglio indetta da Di Pietro. Alcune riportano articoli di Umberto Eco e Flores d'Arcais che non ho ancora volutamente letto prima di aver scritto queste righe che medito da alcuni giorni. Sono curioso di vedere se siamo giunti a conclusioni analoghe (cercando di non farmi influenzare).
Sostengo che Veltroni, ossia il PD (ma tanto mi sembra che si tratti ormai di sinonimi), sbaglia a non far partecipare ufficialmente il PD alla manifestazione voluta da Di Pietro. Per almeno due buoni motivi:
- si lascia il monopolio della contestazione delle iniziative legislative di Berlusconi a Di Pietro, dando così l'mpressione (o la conferma?) che il PD tutto sommato le considera 'normali', da contrastare sì in sede parlamentare, ma senza alimentare l'indignazione dei cittadini. Una cosa da risolvere tra addetti ai lavori. Perché coinvolgere i cittadini? Atteggiamento a tutto svantaggio del PD e a vantaggio dell'IdV;
- cosa ancora più grave, si persevera in quella strategia (o tattica?) al cloroformio che si è rivelata perdente in fase elettorale.
Proprio su questo secondo aspetto vorrei porre l'accento di questo mio breve intervento.
Si comprendono i ripetuti tentativi del Colle, da parte di Ciampi prima e di Napolitano poi, di mantenere il confronto politico a un ragionevole livello di civiltà, tentativi dovuti, per il ruolo "super partes" del Capo dello Stato. Il ragionevole livello di civiltà non implica però la cessazione delle ostilità: la partita si deve continuare a giocare. Nel rispetto delle regole democratiche. Si comprende quindi molto meno l'atteggiamento remissivo che assume una delle due parti sia quando è in vantaggio (al governo), sia quando è sotto di uno o più goal (all'opposizione).
Ogni volta che si cerca di toccare un tema scottante, ormai da alcuni anni, siamo costretti a sentirci ripetere la solita storia che il Paese non deve essere diviso in due (salvo poi propugnare un sistema bipolare che altro non è se non una divisione in due parti politiche del Paese). Che una delle due parti politiche, quella che difende certi interessi, cerchi di addormentare la discussione su quei temi mi sembra naturale. Che lo faccia anche l'altra parte, molto meno. Prendo
a caso due di questi temi :
fisco e
legalità (ma non sono certamente gli unici).
Cominciamo dal
fisco. Io appartengo (devo dire purtroppo) a quella parte di fessi che, volenti o nolenti, pagano le tasse per tutti e che si sentono in colpa quelle rare volte in cui non si fanno rilasciare la fattura dall'idraulico. Mentre una parte quando non evade totalmente elude alla grande. Una parte che dovrebbe essere marginale.
In un paese normale. E quindi una severa lotta all'evasione e all'elusione dovrebbe vedere quasi tutti concordi. Invece no. Questo è uno dei temi che "dividono in due il Paese". Meglio evitare (con buona pace di Visco). Infatti,
questo non è un Paese normale.
E non dovrei indignarmi?! Molto peggio: mi incazzo. E tanto più quanto maggiore è il fenomeno. Perché maggiore è il danno che subisco. Il Paese si spacca? E si spacchi. E vorrei vedere la mia parte politica (e i sindacati) schierata con me (e con Prodi e Visco, quando erano al governo) e disposta a organizzare manifestazioni di piazza su questo argomento. Tutti concordi nel definire quello del fisco un problema tra i più gravi, però mai nessuno che scenda in piazza. Giù con il cloroformio. Sarà un caso, ma in entrambi i Governi Prodi c'era Visco che voleva incastrare gli evasori. Ed entrambi sono caduti.
Legalità. Legalità, non sicurezza. Su questo tema abbiamo visto i primi tentativi sovversivi nel primo governo Berlusconi (1994 - proposta di Previti alla Giustizia, stoppata dalla ferma opposizione di Scalfaro), le vergognose leggi ad personam del 2° e 3° governo Berlusconi (2001-2006) e ora norme altrettanto vergognose che si vorrebbero imporre a colpi di decreti, con la giustificazione dall'urgenza (di fermare un certo processo - poco importa se si paralizza tutta la giustizia).
Nel periodo 2001-2006 l'indignazione prese la forma dei girotondi. Non servì, purtroppo, a fermare quelle leggi, ma servì almeno a tener desta e vigile l'opinione pubblica. E non a caso nel 2006 non perdemmo le elezioni e vincemmo il referendum costituzionale. Ma già allora i partiti mostravano chiaramente di non gradire questa ingerenza della pubblica opinione nelle cose di palazzo (ricordo l'aperta ostilità del leader Massimo e quella di moltri altri leaderini verso il movimentismo). Indignazione perfettamente in linea con il senso dello Stato comune alle normali democrazie occidentali.
Ma la nostra non è una democrazia normale. In una democrazia normale è considerato sovversivo colui che è contrario alla vigente costituzione ed è favorevole a leggi che ne calpestano i principi. Da noi sono pericolosi sovversivi coloro che chiedono il rispetto delle leggi (uguali per tutti) e della Costituzione. Sono sanguinari giustizialisti, forcaioli e giacobini (che però usavano la ghigliottina).
Anche in questo caso non mi limito a indignarmi. Mi incazzo. E tanto più quanto maggiore è l'indifferenza o il consenso dell'elettorato verso queste forme di travisamento della legalità. E tanto più quanto più percepisco una sorta di rassegnazione in quelli che dovrebbero essere i nostri leader politici (perché uso il plurale? ormai il leader è uno solo!) e ci dovrebbero stimolare alla lotta e alla resistenza. Invece ci propinano il cloroformio.
***
Non ho preso i due temi, fisco e legalità, a caso, ma perché previsti dalla nostra Costituzione.
Il fisco è esplicitamente richiamato dall'art. 53:
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
La legalità è oggetto di più parti della Costituzione e si deve sempre ispirare all'art. 3:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
...
Siamo sovversivi se pretendiamo il rispetto della Costituzione? Siamo un pericolo per l'unità del Paese se chiediamo al nostro partito di farsi portatore di queste istanze e di organizzare forme democratiche di dissenso?
Oppure vale quanto scriveva Noam Chomsky in un suo libello dal titolo "Il potere dei media" (Vallecchi Editore - il pensiero moderno, cultura civile - 1994) nel capitolo "fascismo strisciante":
...
Contribuiscono, inoltre, alla moderna versione della democrazia i cosiddetti "teorici progressisti" della democrazia, come per esempio Walter Lippmann. Costoro sostengono che la gente non deve avere nulla a che fare con le questioni pubbliche. La gente deve essere "spettatrice, non partecipante". Ciò non significa che non debba avere un ruolo. Un ruolo ce l'ha. Infatti si suppone che periodicamente sia in grado di indirizzare la propria scelta (voto) verso uno dei membri della categoria dei cosiddetti "uomini di responsabilità". Questi sono un piccolo gruppo di uomini che gestisce il potere. Alla gente comune in questo caso è consentito dire "Tu o tu, governaci". Dopo di che, ci si aspetta che i cittadini tornino a casa. Questa è la versione contemporanea più progressista della democrazia.
...
in cui al cittadino è chiesto di votare e poi tornarsene a casa (e se non lo fa è un
sovversivo)?
***
Per la legalità,
per far capire ai nostri rappresentanti che il tema è per noi importante,
per dire a Veltroni "dovevi esserci anche tu",
l'8 luglio alle ore 18
a
Piazza Navona
Ferdinando Longoni
fondatore del PD
precedentemente iscritto DS
Cittadino per L'ULIVO
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COMMENTI
Sono assolutamente d'accordo con le osservazioni pertinenti, esaustive e convincenti espresse da Ferdinando Longoni
L'8 luglio il PD DEVE PARTECIPARE.
Mirella Curti
Penso che la manifestazione dell’8 luglio non sara’ contro il Partito Democratico, come d’altronde ha dichiarato l’on Di Pietro. Ci deve essere un sostanziale asse delle opposizioni , come vedo si sta’ formando, pur nelle rispettive prese di posizione.
Per quanto riguarda i temi di “fisco” e “legalita’” sono sostanzialmente con Ferdinando. Suggerisco, per quanto riguarda il problema fiscale, di chiedere lo scontrino per tutti i servizi di cui usufruiamo. Personalmente, e’ raro che me ne dimentico, anche nei negozi amici; sono anch’io una impiegata statale e, dunque, mi tolgono le imposte alla fonte e non sono sicuramente evasore fiscale, ne’ lo sarei da libera professionista.
Maria Golini
Pienamente d'accordo con tutte le argomentazioni svolte. Credo che difronte a comportamenti che mettono in serio pericolo la tenuta dellademocrazia e che raramente sono stati alimentati perfino in periodi didittatura sia oltre che legittimo doveroso opporsi in tutti i modiconsentiti. A questo punto se il vertice del PD intende perseverare nelbuonismo e nell'atteggiamento al cloroformio significa farsi complici ditali comportamenti.Rischiamo davvero di perdere ogni credibilità di fronte a tanrti nostrisostenitori. Pietro Malara
fondatore PD
Ho letto l'articolo ed ho scosso il capo: in questo modo non si va da nessuna parte.
Sinteticamente: Di Pietro: E' rimasto un poliziotto, incapace di indicare soluzioni: infatti non ne sta indicando una.
Non solo, ma da buon poliziotto distribuisce insulti. Non alludo al "furbacchione" indirizzato a Berlusconi, che non è un insulto, ma per il modo di pensare del destinatario, è un complimento. Alludo al fatto che ha sostenuto che al fatto che il Capo dello Stato si sarebbe fatto "raggirare" dal Primo ministro.
Con questo l'On Napolitano diventa un ingenuo o peggio e tutto ciò solo perchè non la pensa come l'esponente dell' IdV.
Parlando al Parlamento invece un politico dovrebbe dire:
= Se esiste o no un problema nei confronti del quale si adotta un provvedimento;
= Se il provvedimento è adeguato per risolvere quel determinato problema;
= In caso contrario proporre il provvedimento da adottare.
= Ed infine valuatre sempre se quel determinato provvedimento se pur nell'immediato è da considerarsi ad personam, a medio e lungo periodo invece ha una sua razionalità e ragionevolezza.
Ad esempio la sospensione dei processi per chi ricopre le più alte cariche dello Stato, ha o no una sua ratio?
In Francia dove la norma esiste pensano di sì.Il limite alla divulgazione delle intercettazioni telefoniche ha o no una sua ragionevolezza?
Pensavo di sì quando si è trattato di Fassino, di D'Alema e di Mastella,e continuo a pensarlo ora, soprattutto quando quello che viene pubblicato non ha riguardato e non riguarda reati, ma personali atteggiameni, anche se molto discutibili sul piano morale.
Può o non può l'On D'Alema, in una conversazione privata, esclamare "Facci sognare" a proposito della tentata scalata delle Coop. alla BNL?
Se poi chi ha promosso la scalata ha commesso reati, ciò riguarda la sua personale resposabilità penale e non il commento favorevole di chi vede solo l'aspetto oggettivo.
E' possibile o no per l'opposizione proporre un progetto che preveda:
= che le intercetazioni si svolgono sotto il controllo del giudice per le indagini preliminari, che dovrà valutare le prove stesse;
=che vengano distrutte immediatamente tutte quelle parti,( ripeto: anche se moralmente riprovevoli), che non costituiscono indizio di reato;
=che sia obbligatorio iniziare immediatamente una indagine in quelle cancellerie, o uffici di polizia, dai quali sono partite le indiscrezioni.
In caso contrario è come se nessuno interviene, in una banca ove si verificano a ripetizione degli ammanchi.
=che le registrazioni vengano rese pubbliche solo durante il processo ( che è pubblico), anzi più tardi ciò avviene e meglio è, per prendere di sorpresa l'imputato.Infatti dove sta scritto che tutte le prove debbono essere esibite prima dell'inizio del dibattimento? Si esibiscono solo quelle sufficienti ad incriminare
Ricordo, in proposito, che ai tempi dello scandalo che portò Nixon alle dimissioni, furono rese pubbliche solo le conversazioni telefoniche indispensabili per incriminarlo.
=che il giornali i quali pubblicano le intercettazioni prematuramente siano condannati a multe salatissime ed a risarcimenti consistenti, di importi tali da scoraggiarli effettivamente a compiere silimi reati, e ciò perchè il diritto alla riservatezza è un bene fondamentale per le persone, ma è anche un potente strumento per la riuscita dei processi.
Si può essere d'accordo o meno con quanto ho scritto, ma si deve riconoscere che questo è il modo per far opposizione e politica legislativa.
A proposito di far opposizione, non trova che è senza senso il dilemma tra opposizione morbida ed opposizione dura?
L' opposizione è quella funzione parlamentare utilizzata dalla minoranza per dire "su questo sono d'accordo e su quest'altro no, per i seguenti motivi".
E quando non sono d'accordo propongo, se ne ssono capace, le alternative.
Diverso discorso è quello che riguarda le riforme istituzionali, per le quali è indispensabile la ricerca del massimo di consenso.
Ricordo a questo proposito che durante la Costituente il colloquio continuò sul progetto di Costituzione anche quando il PCI ed il PSI passarono all'opposizione ( e su un argomento non di poco conto come fu il Patto Atlantico).
Ma allora erano altri tempi, quando i leaders si chiamavano De Gasperi, Dossetti, Togliatti, Nenni, Di Vittorio e Pastore.
Altro che quelli dei "girotondi" o quelli della maggioranza incapaci anch'essi di fare politica razionale e non emotiva.
Mi permetta un battuta sola:
Se quelli della Costituente sono i nonni ed i politici attuali sono i figli, un solo desiderio: che Dio misericordioso ci salvi almeno dai nipoti!
Avrei da dire anche sugli altri argomenti che lei ha sollevato.
Ma, se vuole, possiamo riprendere il discorso.
Stia bene.Luigi Pietripaoli
Buongiorno,
non è che nella sostanza Di Pietro non abbia ragione, ma non mi convince il suo comportamento, iniziato il giorno successivo alle elezioni. Forte del buon successo, ha subito rinnegato la promessa di “sciogliersi” nel PD, verso cui ha iniziato una critica costante, spesso dai toni gridati, che come ben sappiamo attirano sempre l’attenzione dei media. Il suo concione balzando dal trattore evoca il predellino di Berlusconi, al quale dà del magnaccia, col risultato che la notizia diventa questa e passano in secondo piano le indecenti telefonate del suddetto.
La linea del dialogo non ha pagato, ma non mi sembra che abbia avuto miglior risultato quella intransigente, come dimostra l’esito elettorale della sinistra radicale.
Naturalmente non ho la certezza che il mio giudizio sia giusto (anzi come dice W. Allen, mi vengono sempre in mente idee che non condivido..) ma come “socia fondatrice” del PD almeno per ora mi attengo alla disciplina di partito, come si usava una volta e in piazza non vado.
Io sono stata una convinta girotondina ma mi sembra che allora la cosa fosse più spontanea (o almeno così la percepivo io), non legata a calcoli elettorali.
Comunque, auguri alla manifestazione: ricordiamoci che l’avversario è Brelusconi e speriamo che se lo ricordi anche Di Pietro.
Saluti
Riccarda
Circolo Pd GrottaperfettaRISPOSTA:Cara Riccarda, il problema non è se Di Pietro abbia o meno ragione e se i suoi comportamenti (e soprattutto quelli di Flores d'Arcais nei confronti di Napolitano) siano corretti o ridicoli o infantili o sguaiati. Il problema è ben altra cosa.
1. sei d'accordo che questi decreti e le successive conversioni in legge sono una porcata? SI o NO?
2. sei d'accordo a lasciare l'iniziative di una protesta nelle mani di Di Pietro e Flores d'Arcais ed eventualmente di Beppe Grillo con il rischio di aumentare il tasso di antipolitica? SI o NO?
3. hai una tua capacità di giudizio (oppure ti affidi mani e piedi al partito - peraltro gestito al momento da una sola persona)?SI o NO?
Ho l'impressione che esista una diffusa sottovalutazione, alimentata proprio dal perbenismo di Walter Veltroni, del pericolo che stiamo correndo. La volta scorsa (2001-2006) ci siamo salvati (ci eravamo illusi di esserci salvati) per il rotto della cuffia. Questa volta è la fine. Se non di sottovalutazione, si tratta di rassegnazione. Il che è anche peggio. La mia speranza di vita, stando alle statistiche, è al momento di circa 10 anni. anni che non vorrei passare sotto un regime berlusconiano e con Berlusconi seduto sul Colle. Se i partiti fin dall'inizio di questa triste storia avessero cavalcato e organizzato la protesta girotondina, invece di osteggiarla, forse le cose sarebbero andate molto diversamente. Ti faccio osservare che l'unica iniziativa che siamo riusciti a bloccare, e proprio con la piazza, è stato il tentativo di abolire l'articolo 18. E non ci sono riusciti i girotondini, piccola elite borghese, ma Cofferati che mobilitò i sindacati. I nostri partiti, invece, sempre a giocare di fioretto contro un avversario che usa la clava. La democrazia, quando è in pericolo, si salva anche con la piazza non solo con le schermaglie parlamentari. Quelle vanno bene tra gentiluomini che rispettano le regole.Un caro saluto.
NandoREPLICA:Caro Nando,
1. Sì
2. No
3. Spero di sì..
..però la manifestazione dell’8 è indetta da Di Pietro e ci saranno i grillini con i loro vaffa, il Pd non andrebbe a rimorchio? E non si rischia di fare il gioco di Berlusconi?
Altra cosa è la piazza storicamente mobilitata da partiti e sindacati (hai ragione a dire che fu sbagliato l’atteggiamento verso i girotondini, che erano molto diversi dai seguaci di Grillo) e spero che si possano ancora avere momenti di grande e seria protesta civile di questo genere.
Naturalmente spero che il Pd riesca anche ad elaborare una proposta politica, un modello alternativo di società e di sviluppo, una possibile risposta alla paura sempre più forte e reale di recessione e di povertà; altrimenti una volta di più ci meriteremmo l’accusa di essere motivati solo dall’antiberlusconismo.
Ma poi non so, non le idee chiare, invidio la tua sicurezza. Rassegnata non sono ma sconfortata sì.
Spero comunque che la manifestazione abbia un buon esito e che non comporti ulteriori divisioni nell’opposizione.
Grazie
Riccarda
Anche io vorrei esprimere il mio dissenso verso i provvedimenti in discussione in Parlamento; ma non mi sento di scendere in Piazza con modalità e motivazioni che non condivido fino in fondo. In particolare non mi riconosco nelle espressioni colorite di Beppe Grillo, né in tutte le sue posizioni, come non credo produttivo centrare la manifestazione sulle leggi ad personam per Berlusconi, perché i provvedimenti sono inaccettabili non solo perché utili al capo del Governo, ma perché sospendono processi anche per fatti molto gravi (violenza su minori, stupro, danni ambientali..... ), e ledono i principi della giusta durata dei processi e dell'uguaglianza dei cittadini rispetto alla legge. Inoltre c'é la volonta di impedire ai magistrati utili strumenti di indagine e di limitare l'informazione con un decreto sulle intercettazioni. Tutti provvedimenti di dubbia costituzionalità.Penso che il PD debba svolgere fino in fondo in Parlamento una forte opposizione e che i cittadini debbano denunciare soprattutto il pericolo per la democrazia costituito dai conflitti sempre più frequenti fra le istituzioni, ai quali il Capo dello Stato cerca di rispondere saggiamente con atti di distensione, e i tentativi di mettere in discussione la Costituzione anche nella sua prima parte attraverso provvedimenti che ledono i principi di uguaglianza e di libertà. Per questo ho firmato l'appello dei cento costituzionalisti contro il bloccaprocessi e il lodo Alfano.
Angiola Oddi
NON sono di Roma NORD, ma ricevo da tempo le vs mail. Per la prima volta commento.
NON ci saró. Per scelta. Certo che sono arrabbiato, certo che vedo in tutta la sua gravità una situazione che vede il nostro Paese in difficoltà. Ma NON ne posso più di sentire citazioni e moralismi gridati e sbandierati, che salvano la coscienza e non modificano alcunchè. NON ci sono scorciatoie in politica. I problemi piuttosto che urlarli preferisco risolverli, con pazienza, con costanza, ogni giorno nel territorio, magari parlando e facendo qualcosa di concreto con chi a fine mese non arriva, con chi si sente, a torto, insicuro la sera se esce, e ti assicuro che molto spesso, anzi quasi sempre, al mio fianco non ho visto chi urla e si incazza.
Perdonami Nando ma impostata con il tono polemico non mi piace. Innanzitutto il rispetto di scelte politiche anche discutibili è fondamentale……NESSUNO è un traditore o un venduto al nemico(?!)….io credo che il tono un pó “da maestri” che la sinistra ha e continua ad avere è bene che lo riponga, perché riusciamo ad essere odiosi e saccenti, ovvero non ascoltati.
I problemi esistono, grandi, importanti, la classe dirigente del PD non lo ha ancora compreso, ma la politica non si fa con le urla e la partecipazione non è una manifestazione….è impegno quotidiano sui temi dei cittadini, al fianco dei cittadini…ed è un pochino più faticoso.
Con affetto
Maurizio GRIFONI
Sono perfettamente d’accordo che Veltroni sbaglia a non partecipare alla manifestazione dell’8 luglio; si guarda con entusiasmo allo spirito delle primarie, ma si arriccia il naso quando si vuole chiamare a raccolta quello stesso popolo che ha dato prova di essere pronto a mobilitarsi. Non mi trovo a Roma, ma sarò con voi con lo spirito. Anch’io sono incazzata nera e nauseata : non ci sono limiti alla spudoratezza di quell’individuo. Ormai c’è solo da vergognarsi per chi lo ha eletto. Grazie a tutti voi che parteciperete, a Furio Colombo, Di Pietro, Flore d’Arcais Pardi e tutti.
LuciaConti