Voci indipendenti di liberi cittadini nella costruzione e nella vita del partito nuovo
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giovedì 25 settembre 2008
Ritrovarsi per ripartire
a cura di Nando
(10:40)
Ho partecipato mercoledì sera a una riunione di iscritti e simpatizzanti di un paio di comitati per L'ULIVO (ma allora esistiamo ancora?!). Riunione per riprendere i lavori dopo la sosta estiva. Si trattava in prevalenza del Comitato delle Vittorie con una rappresentanza del Comitato Montemario & Girotondi.

Dalla vivace e partecipata discussione è emerso con estrema chiarezza che la delusione e lo sconforto sono diffusi e forte è la tentazione di richiudersi nel proprio personale. Delusione e sconforto non solo per la sconfitta elettorale, ormai vecchia di alcuni mesi, ma per l'avvio poco ulivista e molto rinunciatario dell'azione del PD.

Però è emersa altrettanto chiaramente (altrimenti non ci sarebbe stata una partecipazione così numerosa per un incontro casalingo) la consapevolezza che per far tornare il Paese sui binari di un vivere civile e democratico oggi non esistono alternative al PD e che occorre darsi da fare da subito per sostenere concretamente l'azione del PD già per il prossimo impegno della manifestazione del 25 Ottobre.

La riunione mi ha convinto che l'unico antidoto veramente efficace alla rassegnazione, che finisce per prenderci quando ragioniamo da soli, sia lo stare in gruppo e ragionare assieme. E cercare di agire.

Siccome questo è un tema che credo interessi un po' tutti noi, e non solo i partecipanti a quella riunione, provo a mettere giù alcune delle cose che avrei voluto approfondire in quella riunione se il tempo a disposizione e le mie scarse capacità oratorie me lo avessero concesso.

***

Non c'è alternativa. O, meglio, c'è una sola alternativa: l'istaurarsi e il consolidarsi del regime berlusconiano per un lungo periodo.
Non c'è alternativa al PD. Non in questo momento. Che l'attuale PD ci piaccia o meno, che ci soddisfi o che ci deluda (come capita a molti sinceri ulivisti) è un fatto secondario. Gli unici fatti sono:


  • attorno al suo simbolo si è raccolto un terzo degli italiani, quantità di gran lunga superiore a quella ottenuta dagli altri due partiti attualmente all'opposizione e presenti in Parlamento;


  • la sinistra pura e dura si è vaporizzata: i suoi elettori, che sulla carta dovevano superare il 10%, si sono ridotti a un misero 3% e i suoi rappresentanti spariti dal Parlamento (e confesso di non aver versato nemmeno una lacrimuccia);


  • i centristi di Casini sono quanto di più inaffidabile esista: non dimentichiamo che sono stati alleati di Berlusconi e che tutte le maggiori nefandezze legislative portano la loro firma. Accordi puramente tattici si possono sempre fare. Teorizzare percorsi comuni no;

  • piaccia o no (i fautori del proporzionale ci sono sempre, specie al centro) siamo ormai in un sistema bipolare (non ancora, e credo mai, bipartitico), purtroppo con il polo di destra attualmente molto più forte del polo democratico. Anzi di un polo organico all'opposizione non si può parlare. Esistono solo tre forze: il PD, i centristi e Di Pietro;

  • pensare a un altro partito veramente ulivista sarebbe follia allo stato puro.

Si può solo concludere che l'unico vero strumento politico a disposizione per opporsi a Berlusconi e alla destra berlusconiana e leghista è il PD con il suo terzo di elettorato che deve essere consolidato e possibilmente ampliato. In che modo e con quali comportamenti è il nocciolo del problema.

A questo proposito mi vengono spontanee alcune domande (che rivolgo a me stesso, ma anche a tutti noi e agli attuali vertici del PD) e alcune riflessioni che vorrei condividere con voi:


  • siamo sicuri che il partito si rafforza con un unanimismo di facciata attorno a un capo indiscusso e indiscutibile?

  • pagano il buonismo e un esagerato fair play nella lotta politica?

  • cosa significa "non si può dire solo NO!"? Dire forse NI quando ci vengono proposte oscenità legislative, normative e costituzionali?

  • ci sono modalità di coinvolgimento del pubblico per favorire la partecipazione dei cittadini attorno ai circoli di partito?

  • politica dal basso e politica dall'alto sono in contrasto? In altri termini, il partito lo fanno gli apparati o la base?

  • che ruolo (e con quali rapporti con il partito) possono giocare le libere e spontanee associazioni di cittadini, come i nostri comitati?

***

Questi sono solo alcuni dei problemi. Però forse rappresentano un punto di partenza. Cerchiamo tutti assieme di avviare un proficuo dibattito. Conto di ricevere contributi di discussione.

Ferdinando Longoni




COMMENTI

Condivido in larga parte quanto riportato nell'articolo, in particolare per quanto attiene alla rinuncia (come definirla diversamente?) a costruire un quadro dirigente del PD (e i risultati si vedono: Cremona docet).
Devo anche dire che l'ultima intervista di Veltroni a CORSERA mi ha lasciato perplesso per il riferimento alla Russia di Putin: mi domando se chi aspira a diventare premier possa permettersi di usare questi toni parlando di un Paese straniero.
Cosa dovrebbe dire Veltroni della Cina di Hu Jintao, che nega i diritti umani e distrugge l'ambiente, allora? E dell'America di Bush che, dopo aver dato fuoco al Medio Oriente, ha sfasciato le finanze mondiali? Forse Veltroni non si rende conto di che piccolo e insignificante Paese siamo: prima di giudicare gli altri, è bene riflettere (un italiano su tre è ANALFABETA). Andrò a Roma il 25 ottobre, con la speranza che non si esaurisca tutto in un effetto mediatico.

Cari saluti

Paolo Delpino - Milano




Penso che dobbiamo aiutare sempre piu’il Partito Democratico a portare su di se’ , come un cireneo, il peso piu’ forte dell’opposizione, non e’ facile. Penso anche che vanno aiutate le altre opposizioni ( fuori e dentro Il Parlamento- Non penso ,comunque, a riedizioni dell’Unione) : ad esempio, personalmente , sono molto d’accordo con l’U.D.C. sulla battaglia per la legge elettorale in vista delle Europee. Considero la lotta per una soglia di sbarramento sotto il 5% ed il ripristino delle preferenze quasi come una “guerra santa” , naturalmente tra virgolette. Non facciamoci attrarre troppo dalle sirene del bipartitismo perfetto . La democrazia e’ il primo bene da salvaguardare.

Maria Golini




Rispondo solo per " politica dal basso o dall'alto?"

Il penultimo quesito mi sembra sopportare una sola risposta: Spetta agli apparati la proposta, ma la linea del partito esige l'approvazione della base. E un'approvazione consapevole non può non passare attraverso la discussione. Per questa (ultimo quesito) sono utili comitati e quant'altro, in un rapporto col partito non istituzionalmente fissato in via previa, ma che si istituzionalizzi sulla base del vissuto dei gruppi. Attualmente sembra che il rapporto sia: i gruppi discutono e l'apparato decide indipendentemente dalla loro discussione. La correzione è molto ardua e passa attraverso il dovere della partecipazione attiva per la base ed il dovere dell'ascolto e del discernimento per l'apparato.

Giancarlo Casella