Riceviamo dall'autore (ilnormalman@tiscali.it) la segnalazione di un suo post sul blog
Lo riportiamo integralmente. Rimandiamo al post in questione per i commenti che questo post ha ricevuto su quel blog. Qui riportiamo quelli che eventualmente riceveremo noi.
Gli indici per valutare il grado di civiltà e democrazia di un paese sono:la libertà di informazione, la possibilità all’istruzione e il sistema sanitario.Questi sono i tre punti cardine dai quali non si può prescindere se si vuole vivere in un paese civile e che cresce.Vediamo un pò una legge molto interessante sulle farmacie: L. 2 aprile 1968, n. 475. (notate la data)Norme concernenti il servizio farmaceutico.1. L'autorizzazione ad aprire ed esercitare una farmacia è rilasciata con provvedimento definitivo dall'autorità competente per territorio. Il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 5.000 abitanti nei comuni con popolazione fino a 12.500 abitanti e una farmacia ogni 4.000 abitanti negli altri comuni.La popolazione eccedente, rispetto ai parametri di cui al secondo comma, è compiuta, ai fini dell'apertura di una farmacia, qualora sia pari ad almeno il 50 per cento dei parametri stessi. (quindi si sale a 7.500!!!)....Facciamo ora delle considerazioni. Se si parla di sanità pubblica si sostiene che dobbiamo dare spazio anche alla sanità privata, ma viceversa?Le farmacie sono sicuramente da ritenersi una parte di sanità privata, ma con quale vantaggio per la comunità, le farmacie vengono protette da leggi anti-concorrenza come quella appena letta?Pensate per un attimo se il legislatore se ne uscisse con una legge che imponesse al massimo un bar ogni 5000 abitanti! (farebbero i “budelli d’oro” come si dice da me), oppure un meccanico, oppure un macellaio. Io credo che la comunità si incavolerebbe non poco!Allora visto che le farmacie non vendono gelati o salcicce, ma medicinali, come mai i primi possono essere in 20 o 30, gomito a gomito, mentre la legge IMPONE CHE CI DEVE ESSERE SOLO UNA FARMACIA SU 5.000 ABITANTI? (anzi, se fate due conti vedrete che fino a 7501 abitanti non si può aprire un’altra farmacia!).A completare il tutto c’è da dire che le farmacie non vendono solo medicinali, ma sono negozi come gli altri, ma più cari. Vendono gli stessi giocattoli della Coop, caramelle come al bar, profilattici come in cartoleria, accessori per l’infanzia come da “io bimbo”. Tutto uguale ma più caro. Ringraziamo i nostri politici che fanno leggi così disinteressate per il bene della popolazione.Sono talmente distanti da noi che si dimenticano sempre di essere anche loro parte della popolazione. Loro e i loro figli, i loro nipoti e i loro parenti.La vita è una ruota che gira e presto o tardi anche loro vivranno i disagi che creano!
il normalman
COMMENTI Trovo interessante che il nostro blog riceva questo tipo di segnalazione. Forse è vero che la realtà che interessa maggiormente molti cittadini è quella dei problemi quotidiani più di quella dei problemi di alta politica, però vorrei lo stesso fare un paio di osservazioni:
- personalmente ritengo che esista un altro indice, che finisce per essere propedeutico ai tre indicati dall'autore, quello della giustizia e della legalità. Un sistema in cui la giustizia non funziona e la legalità non è di casa non può definirsi democratico non solo per motivi etici, ma perché non funziona tutto il resto (informazione, istruzione, sanità). Con ciò non voglio dire che messe a posto legalità e giustizia funzioni tutto, però quelle sono condizioni necessarie anche se non sufficienti;
- non voglio sottovalutare l'importanza del problema posto dall'autore del post, però mi sembra che nel campo della sanità ci siano altre priorità. E le priorità sono importanti perché senza fissare priorità si finisce per essere sommersi da un mare di problemi e, forse, di risolvere solo i meno importanti (che è poi quello che il sistema di potere più gradisce).
detto questo, l'autore ha tutta la mia simpatia.
Nando