Ci pervengono segnalazioni di posizioni assunte da cattolici democratici sulla questione sollevata dal caso Eluana che riteniamo opportuno riportare sul nostro
blog.
Si tratta di un articolo di Giovanni Bachelet e di un appello della Comunità di San Paolo.
1) Articolo di Giovanni Bachelet sulla rivista Jesus di febbraioII ruolo dei laici cattolici nel rapporto fede-scienza
Mi pare che molti dei problemi e dei rischi attribuiti alla scienza abbiano, in realtà, a che fare con la tecnologia; e che siano serissimi. Credo che le preoccupazioni per cui la Chiesa spesso strilla siano fondate. I quesiti inediti posti dalle nuove possibilità tecnologiche e biotecnologiche meritano la riflessione di chi ha a cuore l'uomo; e per fortuna hanno a cuore l'uomo non solo i cristiani, ma anche i non cristiani. Questa é una fortuna: se in un Paese democratico come il nostro i cristiani, minoranza, fossero i soli ad avere a cuore il bene di tutti, saremmo messi male, In queste condizioni, se vogliamo la collaborazione di tutti, non possiamo stabilire prima della discussione che noi abbiamo ragione e gli altri torto. La Chiesa, quando dà l'impressione di avere già la soluzione in mano, ottiene spesso l'effetto contrario: induce nei propri interlocutori una contrarietà pregiudiziale alle proprie tesi, una situazione di muro contro muro. Inoltre la Chiesa, se si precipita a pronunciarsi su qualche questione prima di aver perfettamente inquadrato i termini tecnici della questione, rischia, in nome di qualche principio inderogabile, di adottare invece, senza accorgersene, un punto di vista tecnico errato; per poi doverselo rimangiare.
Farò un esempio. Ricordate Christian Barnard, chirurgo sudafricano? Fece il primo trapianto di cuore negli anni Sessanta del secolo scorso. Come mai li ha fatti per primo lui, in Sud Africa? Non perché De Bakey o altri cardiochirurghi statunitensi non li sapessero fare, ma perché in America e in molti Paesi europei la legge li vietava. Anche la Chiesa non li ammetteva, anzi, li vedeva come una violazione della vita, li equiparava all'omicidio. Poco dopo, nel 1968, il "Rapporto di Harvard" modificò la definizione di morte, da allora non più basata sull'arresto cardiocircolatorio, ma sull'elettroencefalogramma piatto. Da quel momento anche la Chiesa ha accettato i trapianti, anzi li ha incoraggiati. A che cosa é servito sostenere, per pochi anni, una posizione completamente opposta? Con tutta la buona volontà si percepisce solo una gratuita brutta figura e la dimostrazione che la Chiesa non è infallibile quando si occu-pa di cose di cui non s'intende.
La lezione da trarre per il futuro da questo infortunio è che la fretta nel pronunciarsi non sempre è buona consigliera, e che una nuova e più prudente strategia della Chiesa di fronte a temi eticamente inediti potrebbe basarsi su una maggior fiducia nei laici cristiani. La strategia potrebbe più o meno essere que-sta: lasciare andare avanti i laici (i nostri medici, i nostri esperti), che, guidati dalla loro coscienza cristiana, lavorano, studiano e prendono posizione pubblica sotto la propria responsabilità personale e non a nome di tutta la Chiesa; confron-tarsi sistematicamente con questi esperti, cercare di farsi un'opinione, e alla fine, ma solo alla fine e se proprio è necessario, definire una posizione comune e presentarla alla Chiesa e al mondo. Nel frattempo, mentre questo processo si dipana, a tutti noi, alla Chiesa in quanto tale, rimane il compito, prioritario e co-stitutivo, di occuparsi delle persone, di ascoltarle, di portare conforto e speranza attraverso la parola di Dio, l'Eucarestia, il perdono dei peccati. Del resto l'at-tenzione alle persone dovrebbe essere al di sopra di tutto anche quando si é certi al mille per mille di aver ragione.
Anche su Eluana, quando ho sentito l'invito di un simpatico quanto improbabile alleato nelle battaglie per la vita (Giuliano Ferrara) a portare, ciascuno, una bottiglia di acqua non so in quale piazza, mi sono chiesto: e le bottiglie di lacrime dei genitori di Eluana dove le mettiamo? E poi, quand'anche i genitori di Eluana sbagliassero, vogliamo ammettere che dopo 15 anni di calvario queste persone meriterebbero forse di consigliarsi sottovoce con un prete o un vescovo, anziché apprendere la posizione della Chiesa dai giornali? Detto questo, secondo me anche nei casi "fine vita" i problemi ci sono, sono reali, non si sa mai come intervenire giuridicamente, c'é davvero il rischio di sbagliarsi. Forse oggi, con prolungamenti della vita inimmaginabili nel passato, è inevitabile fare una legge. Occorre discutere molto: le opinioni sono varie perfino fra persone di buona volontà con intendimenti morali e retroterra comune. Credo che su questo la Chiesa dovrebbe affidarsi ai suoi cristiani variamente collocati e alla saggezza del metodo democratico. Incoraggiare chi cerca la soluzione migliore, magari in via sperimentale. Evitare una guerra di principi e con essa il rischio di crudeltà, papere e autogol. Ritrovare toni pacati, costruttivi, non ultimativi, e proprio per questo autorevoli.
Giovanni Bachelet, deputato Pd2) Testimonianza della Comunità San Paolo inviata dal PD di GrottaperfettaBuongiorno,
ricevo questa testimonianza della Comunità di S. Paolo che vorrei diffondere anche tramite il vostro blog.
Può essere di conforto in questi giorni cupi, perché è pervasa da spirito cristiano autentico, e da eguale spirito civico.
Cordialità
Riccarda Guacchione
Circolo Pd GrottaperfettaELUANA: RISPETTIAMO IL SUO MARTIRIO
Di fronte al martirio di Eluana Englaro, il cui corpo il governo italiano sta cinicamente strumentalizzando per farsi riconoscere “affidabile” dalla gerarchia cattolica e per attentare alla stessa legalità repubblicana, vogliamo qui esprimere la nostra opinione sull’aspetto etico, ed evangelico, della vicenda.
Noi riteniamo gravissimo che il governo abbia approfittato di un dramma umano per accreditarsi con la Santa Sede e con la Conferenza episcopale italiana come devoto esecutore dei loro desideri, favorendone spregiudicatamente il tentativo di imporre all’intera società la loro visione etica come l’unica degna di un paese civile. In tal modo, è stata umiliata e svuotata la laicità di uno Stato ove pur esistono anche altre visioni etiche, filosofiche e religiose, egualmente degne e rispettabili.
Ma più fermo ancora è il nostro dissenso contro le gerarchie ecclesiastiche che sponsorizzano una campagna scandalosa tesa ad equiparare ad un omicidio la scelta della famiglia Englaro - confortata dalle massime istanze giurisdizionali della Repubblica Italiana - di far staccare il sondino che da 17 anni tiene in vita, artificialmente, Eluana. Immemori che lo stesso Catechismo della Chiesa cattolica affermi l’insostenibilità dell’ “accanimento terapeutico”, la Cei e il Vaticano hanno deciso di guidare una crociata fondamentalista autoproclamandosi “difensori della vita”. Un deplorevole atteggiamento, quello di tali prelati, che ci viene spontaneo commentare con le parole di Gesù: ”Caricano sulle spalle della gente pesi che essi non toccano nemmeno con un dito” (Matteo 23, 4).
Di fronte a tale violenza, noi vogliamo esprimere a Beppino Englaro e alla sua famiglia il nostro rispetto, il nostro affetto, la nostra solidarietà, certi che Dio benedirà la loro scelta per Eluana, anche se condannata dalle gerarchie ecclesiastiche. Del resto, molte e molti cattolici non si riconoscono nella durezza anti-evangelica manifestata dall’episcopato in questa occasione.
La Comunità cristiana di base di San Paolo
Roma, 8 febbraio 2009
COMMENTI
L'articolo dell’on. Bachelet tocca, con il riferimento al caso Eluana, più generali e fondamentali punti, relativi al rapporto scienza-fede e allo spazio oggi riservato ai laici nella Chiesa. Sono, come lui, un cristiano e un fisico, e condivido la sua posizione, ma credo che una più ampia discussione meriterebbero questi temi, ormai affidati con determinazione alla cura e ai commenti degli “atei devoti”: Pera, Ferrara. ecc.. Non si era posto il Concilio il tema di confrontarsi con il mondo moderno e con i suoi problemi? Ne ricordo solo qualche punto, se ancora è lecito parlarne, nel nuovo clima che va purtroppo consolidandosi:
“Il presente turbamento degli animi e la trasformazione delle condizioni di vita, si collegano con una più radicale modificazione che sul piano dell’intelligenza dà un crescente peso alle scienze matematiche, fisiche e umane, mentre sul piano dell’azione si affida alla tecnica, originata da quelle scienze” (Gaudium et spes, proemio,5)
“Il progresso scientifico e tecnico, le relazioni umane sempre più strette…hanno allargato lo.…spazio dell’apostolato, in gran parte accessibile solo ad essi (i laici)”
(Apostolicam actuositatem, proemio, 18)
“…si conoscano sufficientemente e si faccia uso non soltanto dei principi della teologia, ma anche delle scoperte delle scienze profane, in primo luogo della psicologia e della sociologia, cosicché anche i fedeli siano condotti a una più pura e più matura vita di fede….“ (Gaudium et spes, Parte II, cap II, 62)
Grazie anche alla testimonianza della Comunità di s.Paolo
Francesco Norelli