Voci indipendenti di liberi cittadini nella costruzione e nella vita del partito nuovo
giovedì 26 febbraio 2009
Dibattito sul nucleare
a cura di RNxPD
(17:22)
Il recentissimo annuncio di una cooperazione franco-italiana sul nucleare, che dovrebbe concretizzarsi con quattro centrali nel 2020, riapre inevitabilmente la discussione sulla produzione nucleare di energia elettrica nel nostro Paese. Propongo di usare questo spazio per approfondire un discorso che vorrei sereno e non ideologico. Anche perché pure tra noi democratici le idee sono diverse ( e mi aspetterei che lo fossero anche nel campo avverso, come su molti temi, ma non mi illudo perchè ho l'impressione che da quella parte tutti, tranne uno, hanno messo il cervello in pensione anticipata). Che siano diverse lo dimostra questa lettera circolata tra i democratici-davvero di Roma (alcune parti evidenziate in grassetto da me):
Care democratiche e cari democratici,
in questi giorni il governo italiano ha proposto una Join-Venture tra ENEL e EDF per la produzione di energia nucleare attraverso la costruzione di quattro centrali nel nostro paese.
Il problema ritengo che sia strategico per lo sviluppo economico e sociale del
nostro paese , non solo , dell’Unione europea anche .
Vi sono aspetti scientifici, economici , industriali che vengono toccati e che coinvolgono non solo lo sviluppo industriale , ma anche problemi di formazione e di modo di essere , e, soprattutto , temi sulla sicurezza di tutti noi e dei nostri figli.
Personalmente sono sempre stato a favore del nucleare , ma posso tranquillamente asserire che la mia posizione non è laica , in quanto inficiata da un mio convincimento prettamente ideologico sulla “ bontà “ della tecnologia e quindi anche del nucleare.
Vorrei saperne di più , ma soprattutto fare conoscere di più su questo tema a partire dalle scelte effettuate dal nostro governo.
Credo che approfondire questo tema sia uno dei passi più significativi per “ aprire “ la politica alla partecipazione.

Claudio Croci

Approfitto di questo intervento per dire la mia, non da esperto nucleare (non lo sono), ma cumunque da ingegnere elettronico e quindi non sospettabile di essere avverso alla tecnologia.
Dico subito che l'affermazione ideologica di Claudio sulla "bontà" della tecnologia, in generale e quindi in particolare del nucleare, mi lascia a dir poco perplesso perché è ormai diffusa la consapevolezza che la tecnologia non è né buona né cattiva. Eccezionale, buono, utile, mediocre, cattivo, pessimo, disastroso può essere ed è l'uso che se ne fa. L'affidarsi ciecamente alla tecnologia senza alcuno spirito critico ha il sapore di una forma moderna di credenza nella stregoneria. E lo posso affermare per l'esperienza vissuta in ambienti tecnologici e a contatto con gli utenti della tecnologia (presso i quali sono numerosi sia gli stregoni che i creduloni).
Spero che intervengano anche gli esperti (e in particolare vorrei sentire il parere di Giovanni Bachelet, fisico nucleare). Dal mio modesto punto di vista sono portato a fare le seguenti considerazioni (spero di venir corretto se dico castronerie):
  1. anche gli impianti di 4a generazione sono basati sulla fissione e non sulla tanto sospirata fusione. Forse più sicuri di generazione in generazione, ma certamente con un gravissimo peccato originale: producono scorie radioattive in gran quantità;
  2. rispetto alle altre centrali, quelle nucleari sarebbero certamente meno inquinanti, se non ci fosse il piccolo problemino delle scorie, in condizioni normali, ma hanno una probabilità di essere catastrofiche se qualcosa va male. Come durante un terremoto.
  3. l'accordo franco-italiano sa tanto di bidone (e sarò ben lieto se mi si convincerà del contrario) perché c'è il sospetto che ci venga rifilata la tecnologia di 3a generazione.

Aggiungo una considerazione del tutto personale sulla produzione, trasmissione e impiego dell'energia. Nessuna di queste fasi, qualunque tecnologia si impieghi, è pulita al 100%. In ciascuna di esse c'è comunque da pagare un prezzo alla biosfera in termini di aumento dell'entropia del sistema.

Ragioniamo quindi sul nucleare, ma anche sulla corsa verso un probabilissimo disatro dovuto allo sconsiderato uso delle risorse (e quindi dell'energia in senso lato).

Ferdinando Longoni