Ieri sera ho derogato da questo stile di vita che mi sono imposto, per la presenza alla trasmissione l'infedele di Gad Lerner, dallo stimolante titolo "un paese senza opposizione?", di Giovanni Bachelet e di Gianni Cuperlo.
Di quest'ultimo ho potuto apprezzare la brillante dialettica e la chiarezza espositiva delle proprie posizioni in contrapposizione ad una scontata interpretazione della libertà di coscienza da parte della teodem Emanuela Baio Dossi. Purtroppo non sono stato messo nelle condizioni di poter apprezzare le posizioni dell'amico Giovanni (che conosco e da laico apprezzo, ma che volevo risentire in un dibattito) per il sospetto e sgradevole comportamento di Gad Lerner che gli ha sistematicamente interrotto le argomentazioni o ha sovrapposto la sua voce a quella dell'ospite. Il fastidio di Gad Lerner era visibilissimo. Allora mi chiedo: perché invitare un ospite chiaramente a te sgradito e al quale non vuoi concedere la parola?
L'impressione che ne ho ricavato è stata quella di una rappresentazione che Gad Lerner voleva dare della situazione interna al PD. Ossia di una insanabile frattura tra cattolici tutti e laici tutti. E infatti ha dato ampio spazio a Cuperlo (soprattutto) e a Baio Dossi, per rafforzare questa sua rappresentazione. Giovanni, con le sue dichiarazioni, avrebbe potuto dimostrare che le cose non stanno esattamente così perché gran parte dei cattolici del PD (forse la maggioranza, certamente anche Franceschini, che pure non credo che Giovanni abbia votato) è schierata con i laici, non con i teodem. E questo avrebbe ridimensionato l'infedele rappresentazione che Gad Lerner cercava di dare (forse per non aver digerito la sconfitta subita in assemblea dall'aventuristica e, secondo me, irresponsabile, mozione delle primarie subito). Non c'è dubbio che Gad Lerner abbia pienamente onorato il titolo della sua trasmissione. L'infedele, appunto.
Ferdinando Longoni