Voci indipendenti di liberi cittadini nella costruzione e nella vita del partito nuovo
venerdì 20 febbraio 2009
Partito Democratico
CERCASI LEADER
a cura di Nando
(11:19)
Così titola in copertina L'espresso uscito oggi in edicola.
Titolo azzeccato. Situazione purtroppo drammatica, in un momento di emergenza politica italiana (ormai cronica da quindici anni) e di grave crisi globale.
Come uscirne?
Anche su questo, come su tutti gli altri temi, ci si divide. Le possibilità previste dallo statuto, come ci ricorda l'amica e lettrice Rosanna, sono solo due (v. comma 2 dell'articolo 3):
2. Se il Segretario cessa dalla carica prima del termine del suo mandato,
l’Assemblea può eleggere un nuovo Segretario per la parte restante del mandato
ovvero determinare lo scioglimento anticipato dell’Assemblea stessa. Se il
Segretario si dimette per un dissenso motivato verso deliberazioni approvate
dall’Assemblea o dalla Direzione nazionale, l’Assemblea può eleggere un nuovo
Segretario per la parte restante del mandato con la maggioranza dei due terzi
dei componenti. A questo fine, il Presidente convoca l’Assemblea per una data
non successiva a trenta giorni dalla presentazione delle dimissioni. Nel caso in
cui nessuna candidatura ottenga l’approvazione della predetta maggioranza, si
procede a nuove elezioni per il Segretario e per l’Assemblea.

Quindi:
  1. elezione del nuovo Segretario da parte dell'Assemblea
  2. scioglimento dell'Assemblea e nuove elezioni da parte degli iscritti
Circolano invece varie ipotesi.

La prima ipotesi, circolata subito su tutti i media e certamente con autorevoli sponsor interni, vorrebbe Franceschini subentrante automaticamente (salvo l'eventuale copertura di un'acclamazione da parte dell'Assemblea che si riunisce questo sabato, ossia domani) in una sorta di reggenza pro tempore. Posizione di reggenza non prevista dallo statuto.

La seconda ipotesi, sostenuta da quelli delle primarie sempre (anche quando non c'entrano e quando non si dovrebbero chiamare primarie, ma elezioni tout court), primarie o morte, vorrebbe l'Assemblea di sabato impegnata, dopo approvazione di una decisione in tal senso, in una modifica statutaria e, contestualmente, a indire le "primarie". Il tutto mentre si dovrebbero preparare le elezioni amministrative e quelle europee (anche per le quali si dovrebbe, qui giustamente, porre il problema di primarie). La modifica statutaria si rende necessaria perché lo statuto non prevede questa ipotesi. Mi auguro che l'Assemblea non la segua e si guadagni il rispetto dei cittadini che l'hanno eletta.

La terza ipotesi, a norma di statuto vigente, suggerisce che nell'Assemblea di sabato si presentino dei candidati, illustrino le loro piattaforme politiche e l'Assemblea sovrana elegga il nuovo segretario (per la parte restante del mandato, come stabilisce il citato comma 2 dell'articolo 3 dello Statuto Nazionale PD). Questa è l'unica ipotesi che rafforzerebbe le istituzioni del partito. Le altre rappresentano solo una grave delegittimazione dell'Assemblea

Sembra che siano tutti concordi ad escludere la quarta ipotesi (corrispondente alla possibilità n. 2, scioglimento dell'Assemblea) per due motivi: scarso numero di iscritti, alla data, e regolamento ancora da scrivere.

A me sembra che la terza ipotesi sia le più ragionevole perché consente di rispettare lo statuto vigente e i tempi imposti dalle scadenze elettorali.

Questo per quanto riguarda gli aspetti formali. Resta aperto il vero problema, ossia il problema politico, che può riassumersi nelle seguenti domande:

  1. possiamo fidarci di una nomenclatura che in quindici anni non ha saputo fare altro che portarci al disastro, riuscendo a sfasciare tutto? Chi salvare?
  2. al di là del manifesto dei valori, che dice tutto e niente, qual è la nostra vera identità politica? Ha senso continuare a fingere che esista un'identità unitaria? Come giungere a un'identità condivisibile e condivisa da tutti (meglio, dal maggior numero di individui, chi poi non ci sta se ne vada) continuando a rifiutarsi di discutere i problemi e rinviando sempre le decisioni, per paura di spaccarsi?

Non è pensabile di trovare una risposta nei meccanismi (modifiche di statuto, "primarie" affrettate) che altro non sono che illusorie scorciatoie e rinvio dei problemi. Il problema politico, questo nostro problema politico, richiede tempi fisiologici richiesti da un continuo confronto di idee, da un lavoro di sintesi che non può che essere effettuato da correnti di pensiero, cristalline e alla luce del sole, che aiutano anche a individuare e far crescere i personaggi con caratteristiche da leadership. Ho già avuto modo di esprimere il mio pensiero su questo artificioso unanimismo di facciata che solo un Berlusconi può permettersi, grazie al potere economico di cui dispone. Il nostro capitale sono solo le idee.

Allora, siccome non posso pensare che almeno alcuni dei nostri politici non abbiano chiare idee programmatiche, chiedo a questi di farsi avanti e presentare la loro candidatura in Assemblea. Senza paura di spaccare il partito. Molto più grave è la perdita di consenso elettorale (e qui un avvertimento ai giovani fan dell'apertura a Casini: non dimentichino che il grosso dell'elettorato è ancora di sinistra e che quel partito è stato al governo per 5 anni con Berlusconi, combinandone di tutti i colori).

Spero che questo appello sia accolto anche da Rosy Bindi.

Ferdinando Longoni



COMMENTI

Direi piuttosto, correggendo il titolo,

PARTITO DEMOCRATICO CERCASI.

Buon lavoro

Maricla



Il sondaggio di repubblica sul nuovo leader del DP vede al primo posto con il 20% dei voti un certo signor "un nome nuovo".
Propongo un nome nuovo, pulito e di assoluto prestigio, e a noi molto vicino: Giovanni Bachelet.
perchè no?
Facciamo partire una raccolta di firme?
Io mi offro volontario.
Saluti a tutti

Raniero Chelli