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mercoledì 19 marzo 2008
COMMENTI A: Parliamo di laicità
a cura di RNxPD
(09:01)
A PROPOSITO DEL RAPPORTO TRA CATTOLICI, CHIESA E DEMOCRAZIA
LA LAICITA': PROSEGUENDO CON ZAGREBELSKY
Nino Labate

Non mi sono ancora rassegnato all'idea che stiamo facendo del tutto per farci del male. E ci facciamo del male senza neanche tentare di intercettare quei voti di centro ( cattolici indecisi per la presenza dei radicali, o cattolici indifferenti ?) che servono ad avvicinare il Pd al Pdl. O ad affiancare le loro coalizioni, se non a fare vincere quella del Pd. Ero infatti convinto che una volta passata la paura dell'Armata bolscevica alle porte del palazzo di Arcore, e delle Divisioni papaline all'assalto di quello Quirinale per la rivincita di Porta Pia, anche il tormentone della laicità avrebbe potuto trovare una sua intelligente bonaccia nel mare agitato di chi cerca volutamente scontri di civiltà, guerre culturali e conflitti religiosi. Non scopro nulla di nuovo se affermo che quello che il Pd si aspetta è un nuovo dialogo tra i "suoi laici" e i "suoi cattolici", in un clima di sereno confronto delle proprie "ragioni". Mi accorgo invece, certamente non per colpa di questo blog, che c'è voglia di alimentare questo dibattito che dilaga sui tram, nei bar, allo stadio, nelle strade, nei mercati rionali, sui treni dei pendolari. Che dilaga insomma tra la "gente" perchè, fateci caso, in giro non si sente parlare di altro. Tra le famiglie di terza settimana, tra i precari e i flessibili, tra i pensionati e gli operai disoccupati, tra i laureati senza lavoro e i giovani meridionali che emigrano come hanno fatto i loro nonni negli anni '60, la parola che corre di bocca in bocca è solo una : laicità, laicità, laicità. Il tutto sotto la coltre di una illegalità diffusa, di (in)sicurezze territoriali da risolvere, e di una inflazione galoppante. Già l'inflazione, contro cui si dovrebbe battere la politica per tutelare i diritti della intera collettività e non quelli individuali. Ora deve essere chiaro che non ho nessuna intenzione di sminuire il problema della laicità: ho la consapevolezza che bisogna dare risposte. Ma voglio solo collocarlo accanto ad altri nella sua giusta portata.

I travagli delle democrazie nelle transizioni epocali, intenzionati nei cambiamenti a mantenere le libertà civili, non sono esclusivamente di natura politica e procedurale. Riguardano piuttosto i rivolgimenti carsici di natura culturale, i quali devono essere convogliati verso l'obiettivo democratico principale e ineludibile: quello di tutelare la convivenza, la coesione e i legami sociali. In democrazia per ottenere questo risultato si deve essere il più possibile rispettosi della diversità e tolleranti verso chi non la pensa come noi. Se questa è la lezione magistrale che proviene dal liberalismo democratico, quando si passa alle responsabilità che si devono assumere per gestire e governare l'etica in generale e quella pubblica in particolare, oramai tutt'uno con lo sviluppo della scienza e delle tecnologie della vita e della morte, il che fare risulta molto incerto. E a me pare che la sinistra proceda a rimorchio delle "magnifiche sorti", lasciando un enorme spazio critico alle destre conservatrici e religiose. Ma è solo una mia opinione.

Ero persuaso che il tema della laicità, con tutte le strumentalizzazioni e le incomprensioni che nasconde, si mantenesse fuori dal dibattito elettorale. Specie dal dibattito che nasce dal basso che, come ho cercato di dire, esprime altre priorità . Ero persuaso che i 12 punti che Veltroni ha annunciato del programma Pd, bastassero ed avanzassero . Ed ero persuaso che la laicità nelle sue forme estreme di laicismo e anticlericalismo ( il cui opposto non è certo il clericalismo !), fosse un tema ottocentesco oggi però rispolverato e alimentato solo da chi vuole creare spaccature nel Pd. Addirittura creando liste elettorali ad hoc, nate per dividere e provocare assurde guerre di religioni. Con una Chiesa attestata a togliere il diritto di parola al suo laicato da un lato, e con una ubriacatura del progresso scientifico e delle libertà individuali senza limiti dall'altro, il Pd con il suo 27,6 % di elettori che vanno a Messa ogni domenica, a fronte del 42% del Pdl (*), rischia molto.

Su questo stesso blog era spuntato il 17 gennaio scorso, un articolo di Paola Gaiotti che da cattolica affrontava il dirompente tema dell''aborto. A questo articolo, pensando che si aprissero i cieli della polemica, ho cercato di dare un seguito il 31 gennaio. Ma sia l'articolo della Gaiotti quanto il mio sono rimaste due mosche bianche facendo verificare l'assunto che questo tema non interessi per niente. Almeno ai pochi lettori ed autori di questo blog. Meno male mi sono detto.

Ora compare Zagrebelsky. Che non è solo quel raffinato studioso che affonda il bisturi nei mali della democrazia per averla più sana e togliere di mezzo i pilati che si lavano le mani, come fece un certo Ponzio nel "Processo a Gesù"( consiglio a tutti la lettura del suo capolavoro "Il 'Crucifige' e la democrazia": Einaudi). E non è neanche il "freddo" custode della Costituzione italiana che lui riconosce essere frutto delle tre culture politiche che hanno caratterizzato il secondo novecento italiano: quella socialcomunista, quella liberale e quella cattolica. Ma è anche un autentico laico che non ha mai disdegnato il confronto con i cattolici ( Oscar Luigi Scalfaro è suo caro amico e lo stima per questo) , ben sapendo che se la Carta è quella che è, un certo merito lo si deve infatti a quel Dossetti che, come abbiamo recentemente appreso, era il portavoce del Vaticano all'Assemblea costituente (sic). Oltre che ai Mortati, La Pira, Lazzati, Moro, ecc. Cattolici non di nome o perchè battezzati, ma cattolici perchè uomini di verace fede che sapevano distinguere i valori laici fondanti la nostra democrazia politica, dai loro valori di credenti in comunione con la Chiesa. Esempi di laicità alta che la mediocrità del dibattito politico e culturale attuale dimentica. Ma il rispetto che il mondo cattolico e cristiano deve a Zagrebelsky deriva anche da altro. Deriva dai suoi acuti interessi in tema di religione; dalla sua vasta conoscenza del Vecchio e Nuovo Testamento, e del magistero della Chiesa Conciliare e postconciliare. Dalla sua malcelata sensibilità verso la fede cristiana ereditata dalla sua famiglia di origine russa: dalla madre praticante valdese soprattutto. La sua frequentazione e il dialogo col Cardinale Martini sulla giustizia ( "La domanda di giustizia": Einaudi) ne sono poi ulteriori prove. E deriva dalla sua formazione azionista che lo ha fatto incontrare con l'agnostico Bobbio, il quale portava com'è noto un assoluto rispetto verso i misteri della fede cristiana. Se si legge con attenzione un qualunque scritto di Zagrebelsky, non si può fare a meno di notare fra le righe quell'umiltà verso ciò che la razionalità non è in grado di dimostrare, che smonta d'un solo colpo anche l'arroganza di chi ha certezze assolute, la sicumera di chi si appoggia al dogmatismo ideologico senza rendere problematici la conoscenza e il progresso. Per lui, e non solo per lui, l'unico e grande neo della (attuale) Chiesa italiana, è quello di volere interferire sui processi di formazione delle leggi. Non è da poco. Capisco. Ma forse e con tutto il rispetto che si deve allo studioso Zagrebelsky, in questa posizione c'è un poco di enfasi. Forse. La Chiesa fa il suo mestiere. Così come dovrebbe farlo, e lo ha fatto, nella sua autonomia il Parlamento italiano. Se guardiamo alla storia della democrazia italiana e ai processi di secolarizzazione pur in presenza di un partito cattolico, non possiamo affermare il contrario. Se poi vogliamo aggiungere qualche dato di una recentissima indagine (*), emerge che alla domanda : " Secondo lei è giusto che la Chiesa esprima il suo punto di vista sul dibattito politico e la formazione delle leggi in Italia ?" ben il 72 % dei cattolici praticanti ha risposto che "sì è giusto, ovvero che è giusto ma solo su alcune questioni che riguardano la religione". Per la quota parte di coloro che votano Pd ( il 27, 6 %), per quelli che hanno votato alle primarie e si sono iscritti, cosa deve fare allora il Pd, li deve accettare, li deve cacciare o non deve accogliere il loro voto?

Sul tormentone della laicità che per le strumentalizzazioni elettorali a destra e a manca a cui è sottoposta non mi attrae per niente, non posso prima di concludere non ricordare però una caratteristica storica del cattolicesimo politico e democratico italiano del novecento. Se c'è una costante in questa storia è proprio la distinzione tra la sfera religiosa e quella politica. Una costante che parte dal suo Fondatore e che ai nostri giorni evita la confusione tra cattolicesimo e democrazia. A partire dal sacerdote Luigi Sturzo, per il quale la democrazia (di ispirazione cattolica) doveva essere solo popolare, nè cristiana ,nè cattolica quindi, e arrivando al De Gasperi del secondo dopoguerra per il quale neanche un Papa doveva interferire sulle scelte delle alleanze politiche, il principio della laica distinzione tra le due sfere era praticato e coltivato. Poi la storia è andata diversamente. E sappiamo da Yalta in poi perchè. E ci sono stati e ci sono cadute, opportunismi e collateralismi che non hanno fatto bene, e continuano a mio avviso a non fare bene, alla Chiesa e ai credenti innanzitutto, oltre che alla democrazia politica. Ma questo è un altro discorso.

La domanda che al militante del Pd dovrebbe interessare è invece quella che riguarda quel 13,1% di cattolici praticanti ancora indecisi, e quel 20,5 % che non voterebbe nessun partito e non risponde ( *). Ne conosciamo tanti. Come comportarci con questa categorie di persone?
"Il declino spirituale e culturale dell'Italia", ha detto in questi giorni Carlo Azeglio Ciampi, ci deve fare considerare l'importanza non solo di un "Partito Nuovo" ma anche di una "Cultura Nuova" che sappia esaltare i risultati del progresso tecnico e scientifico ma che tenga nella giusta considerazione il bisogno di fede e di religioso che emerge dalla società. Buona Pasqua.

NINO LABATE , Roma 16 marzo 2008

(*) Ho citato i risultati di una ricerca effettuata fra il 28 febbraio e il 10 marzo 2008 dalla Ipsos Pa per "Il Sole 24 Ore". Tutti i dati si possono leggere su " Il sole 24 Ore" di domenica 16 Marzo, oppure sul sito www.sondaggipoliticoelettorali.it