Mi è stato fatto notare che poteva andare anche peggio: potevamo perdere anche la Provincia.
Certo, al peggio è difficile fissare un limite inferiore.
Il mio amico Federico, della Sinistra Democratica, commentando il mio "
ROMA: ULTIMA SPERANZA ADDIO", indirettamente mi ha stimolato ad analizzare anche il voto per la Provincia. Cosa che ho subito fatto, soprattutto per capire se la Provincia siamo riusciti a mantenerla per merito di Zingaretti o per altre cause.
Qualcuno, fautore della prima ipotesi, è prontamente giunto alla conclusione che Zingaretti sarebbe stato un candidato migliore di Rutelli per il Campidoglio. Purtroppo i fatti raccontano una storia diversa.
Non è immediato il confronto tra le elezioni comunali e quelle provinciali perché la popolazione è diversa (il Comune è un sottoinsieme della Provincia) e perché candidati e anche, in alcuni casi, le liste non sono gli stessi. Come cercherò di dimostrare, i comportamenti dei due elettorati, quello 'cittadino' e quello 'provinciale' è stato abbastanza diverso nell'unico tipo di elezione in comune, ossia quella per la Provincia. Anche quello cittadino nei confronti dei due tipi di elezione deve essere stato diverso, ma è più difficile da individuare sulla base dei dati aggregati di cui dispongo (quelli del sito del Ministero dell'Interno).
Cominciamo dai voti validi. Per la Provincia, al primo turno i voti sono stati 2.397.000, ossia circa 1.663.000 a Roma e 735.000 fuori Roma. I voti della provincia sono quindi circa il 44% dei voti della città. Rapporto che si ritrova su tutti i candidati? Nemmeno per sogno. Come vedremo.
Al secondo turno i voti validi sono stati 1.945.000, 486.000 appena nella provincia (ossia 249.000 in meno nella sola provincia, altro che 44%!).
Al primo turno Zingaretti ottiene 1.124.000 voti (il 48% in più di Rutelli, non il 44%) e Antoniozzi 890.000 (appena il 31% in più di Alemanno, invece del 44%, a dimostrazione di un netto minor gradimento del candidato forzista alla Provincia rispetto al candidato di AN al Comune). La differenza tra Zingaretti e Antoniozzi sembra abissale: 234.000 voti. E fa sperare perché la somma di Destra (Buontempo) e UDC (Dionisi) è 113.000 + 109.000 = 222.000.
Zingaretti però, anche lui, non mantiene i voti del I turno. Al secondo ne perde ben 123.000, scendendo a 1.001.000! Sarebbe stata la catastrofe se solo la metà dei voti di Destra+UDC fosse passata ad Antoniozzi. Il che. per fortuna, non è avvenuto. Antoniozzi ha avuto solo +53.000 voti, arrivando a 944.000.
Zingaretti deve ringraziare la minor capacità di attrazione dei voti del candidato forzista da parte dell'elettorato di destra e centrista rispetto ad Alemanno. Un candidato di AN di analoga popolarità avrebbe quasi certamente conquistato la Provincia. Gli elettori di provincia hanno preferito disertare le urne, 53.000 (dei 106.000 in più per Alemanno) di quelli di città hanno scelto diversamente. Sono pronto a scomettere che gli UDC 'romani' hanno votato anche per Antoniozzi, mentre i fascisti 'romani' al Comune hanno votato il vecchio camerata (anche se traditore), ma non hanno votato per il forzista per la Provincia. Zingaretti deve ringraziare Storace e "er Pecora". Altro che voto disgiunto della sinistra a favore di Zingaretti e a danno di Rutelli, come alcuni sostengono.
Ferdinando Longoni